Pescara

Abruzzo, occupazione in aumento. Il commento del Pd: «Realtà ben diversa, il vero boom è quello della cassa integrazione»

13 Settembre 2025

Il segretario regionale dem Daniele Marinelli (Nella foto) commenta i dati in aumento dell’occupazione in Abruzzo: «La giunta regionale dovrebbe parlare anche dell’altra faccia della medaglia»

PESCARA. «I dati del primo semestre su indennità di disoccupazione e quelli su accessi alla cassa integrazione raccontano un’altra storia della favola dell’Abruzzo terra del lavoro che sta andando in scena nelle dichiarazioni dell’assessora Magnacca. I dati più recenti sul primo semestre 2025 erogati dalla Uil su base INPS indicano un boom degli ammortizzatori sociali, con un incremento del +163,3% di ore rispetto allo stesso periodo del 2024, per un totale di oltre 10,8 milioni di ore autorizzate e con la Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) che segna un incremento del 361,4%. Le province di Pescara e Chieti registrano tra gli aumenti più elevati in Italia. Questi non sono solo numeri e percentuali, sono persone, famiglie, vite spezzate dalla precarietà. Ed è vergognoso che di fronte a questa realtà l’assessore Magnacca abbia il coraggio di parlare di “risultato storico”, di boom sventolando dati parziali come se fossimo in una stagione di crescita e stabilità. La verità è che, dopo il grande bluff sulla sanità, la destra di Marsilio mette in scena il grande bluff anche sul lavoro», commenta il segretario regionale del PD Daniele Marinelli.

«I numeri dell’INPS sulla Naspi» proseguono «raccontano di un Abruzzo che non regge alla prova dei fatti: migliaia di persone hanno perso il lavoro o vivono di contratti a termine, a chiamata, persino orari, comunque saltuari. La precarietà è ormai la normalità e questo Governo regionale non solo resta a guardare, ma si limita a diffondere slogan propagandistici. Dopo anni di immobilismo nel primo mandato, Marsilio e la sua giunta hanno cambiato registro: non più silenzi, ma annunci. Annunci che creano aspettative senza alcuna strategia capace di garantire più diritti, stabilità, sicurezza e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori. Si pensi che proprio il lavoro sarà uno dei settori più colpiti dai tagli messi in campo per coprire il deficit sanitario prodotto dalla destra. È l’ennesima beffa: a pagare sono sempre i più fragili. Servirebbe invece una strategia vera, fatta di incentivi stabili per chi assume a tempo indeterminato, di formazione continua, di politiche rivolte ai giovani, alle donne, agli over 50 che restano esclusi dal mercato solo per ragioni anagrafiche. Tutto questo oggi manca e il quadro completo disoccupazione lo conferma in maniera drammatica. La Meloni può anche ripetere in tv che in Italia ci sono milioni di lavoro posti in più, ma sappiamo bene che dietro quei numeri si nascondono stipendi insufficienti, contratti precari e zero prospettive. Il diritto al lavoro non si misura con gli slogan, ma con contratti dignitosi, retribuzioni eque e politiche attive vere e veritiere. In Abruzzo, purtroppo, di tutto questo non c’è traccia».