Aeroporto, altri 3 milioni dalla Regione Abruzzo

Doveva essere un contributo straordinario, è diventata un’operazione-salvataggio. D’Alfonso: "Punto di svolta". Ma M5s presenta un contropiano: dubbi sulla legittimità

PESCARA. L’aeroporto d’Abruzzo si prende altri tre milioni di euro dalla Regione. Quello che in consiglio regionale era inizialmente previsto come un contributo straordinario di 500mila euro, è passato prima a un milione e poi a tre trasformandosi di fatto, ieri, in una nuova operazione di salvataggio per la società che gestisce lo scalo – la Saga spa a totale capitale regionale – alle prese con l’ennesimo bilancio in rosso (vedi tabella accanto) e con un monte-debiti verso Inps e Agenzia delle Entrate che a fine anno raggiungerà i 5,8 milioni di euro.

E giusto per fare due conti, dal 2013 a oggi (prima dell’operazione salvataggio) la Regione ha versato nelle casse della Saga 15milioni di euro, sette dei quali solo nello scorso luglio per far fronte alla ricapitalizzazione della società, dopo l’uscita degli Enti pubblici (Comuni e Camera di commercio) con le quali aveva fino ad allora condiviso il Cda.

Non c’è da discutere su quanto sia importante il ruolo dell’aeroporto nel contesto economico e sociale dell’Abruzzo, ma evidentemente occorre mettere subito in pratica un nuovo modello di gestione e nuove modalità d’intervento per far sì che ogni anno non si debba andare ad attingere a capitoli di spesa differenti per trasferirli alla Saga.

Per il governatore Luciano D’Alfonso questo “punto di svolta” è arrivato con il via libera ai 3 milioni di ieri. «Per il futuro, l'obbligo è quello di fare le gare per l'assegnazione degli hub», commenta, «inoltre l’aeroporto dovrà produrre 1,5 milioni di euro attraverso la vendita di spazi pubblicitari, affitti negozi nell’aerostazione, gestione parcheggi».

Il piano industriale – a cui manca un adeguato piano economico finanziario – prevede il raggiungimento dell’autosufficienza nel 2020 con l’obiettivo dei 900mila passeggeri l’anno (600mila il prossimo anno). E a imporlo è il ministero stesso a cui sta sicuramente più a cuore l’aspetto economico-finanziario piuttosto che quello dei passeggeri. Al punto da prospettare come soluzione migliore la privatizzazione degli scali minori benché di interesse nazionale (come appunto quello abruzzese).

Un modello di gestione razionale lo ha d’altra parte accennato M5s i cui consiglieri regionali ieri sono stati gli unici a votare contro l’operazione-salvataggio prendendosi l’accusa di voler chiudere l’aeroporto. Qualche esempio? La rivisitazione del contratto con il vettore low cost Ryanair che ci costa 4,8/5 milioni di euro l’anno (negli anni passati è stato pagato un milione di euro anche un banner pubblicitario difficilmente rintracciabile) e che scade a maggio 2016: cambiarlo in maniera più favorevole – soprattutto nella parte in cui è previsto un contributo di 7 euro a passeggero – si può e non costerebbe nulla. Altri risparmi e per circa 800mila euro, secondo M5s, si possono ricavare dal costo del personale considerato che Saga spende 2,4 milioni per 41 dipendenti e dirigenti, per un costo medio unitario di circa 60mila euro quando ad Ancona l’Aerdorica spa spende mediamente il 33% in meno (40mila euro ad addetto).

Ma quel che preoccupa di più M5s è il modus operandi della Regione con leggi e leggine che già nel passato sono state impugnate e che rischiano di esserlo altrettanto adesso. «Stavolta siamo di fronte ad un provvedimento che ha tutte le caratteristiche per essere validato dal consiglio dei ministri», ribatte convinto D’Alfonso in riferimento ai tre milioni di ieri. Per i “grillini” era invece il caso di sottoporre il provvedimento prima alla commissione europea poiché il contributo straordinario può essere considerato aiuto di Stato: come i contributi precedenti ed i contratti Ryanair analoghi in altri aeroporti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA