Al Papa la Croce spezzata di Onna

Il dono dei poveri della Caritas a Ratzinger: è il simbolo del nostro dolore. Il pontefice: bisogna creare una società più giusta e fraterna

L’AQUILA. È un povero Cristo appeso alla sua croce, con le gambe spezzate e lo sguardo lontano, un Crocefisso arrivato dall’abisso del dolore di Onna, coi suoi 41 morti, il simbolo della visita di Benedetto XVI tra i poveri e gli emarginati di Roma: la Croce riemersa dalle macerie della chiesa di San Pietro è il segno che il papa riceve durante la sua visita alla Caritas di Roma. A consegnargliela è una delle ospiti dell’ostello intitolato all’apostolo dei diseredati, don Luigi Di Liegro. Dice a papa Benedetto Giovanna Contaldo, mentre gli consegna il Gesù mutilato: «Qui lei trova dolore, certamente, ma se dovesse, nel viaggio di ritorno, poter portare con lei una cosa soltanto, porti, la prego, la speranza».

Il crocifisso, ricorda la donna, è stato ritrovato tra i crolli del paese «più piccolo e più martoriato nel terremoto d’Abruzzo» e «ha visto quel luogo cadere sotto la furia del terremoto e ha rinnovato l’offerta di se stesso come progetto di riscatto, come certezza di rinascita. Su quella Croce» aggiunge, «c’è il dolore di noi che abitiamo l’ostello, della gente d’Abruzzo, dei piccoli di Haiti, lo straziante martirio dei padri e delle madri che nella morte dei loro figli rinnovano ogni volta il dolore di Maria. Un dolore inspiegabile, lancinante» conclude, ma non disperato. La croce che le doniamo restaurata non è, quindi, l’immagine della sofferenza ma l’attesa dell’alba e del riscatto» conclude Giovanna, affidandosi all’abbraccio di Ratzinger. Era stato consegnato alla Soprintendenza perché fosse restaurato, il crocefisso, dopo il ritrovamento: ma il Cristo spezzato era sembrato ai responsabili della Caritas il simbolo Abruzzo sofferente, e ne era stata chiesta la custodia, con l’idea di donarlo al pontefice, che a Onna era stato il 28 aprile del 2009, per consolare i sopravvissuti.

È così che, in una domenica romana, il Gesù spezzato viene deposto su un cuscino bianco mentre il papa parla: «La Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona perché riconosce nel volto di ciascuno di voi il volto di Gesù» dice Benedetto XVI rivolto ai 190 ospiti del centro, presenti assieme ai quasi mille operatori che ogni giorno percorrono le strade della città per aiutare i più deboli. Ad ascoltarlo ci sono il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e l’amministratore delegato dele Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Alle istituzioni, il papa chiede di impegnarsi per costruire «un futuro degno dell’uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna», in un mondo in cui prevale, invece, «la logica del profitto». Per questo, sottolinea il cardinale vicario Agostino Vallini, «lo Stato sociale non deve subire ingiusti ridimensionamenti».