Allarme rincari, fare la spesa costa di più: le famiglie non ce la fanno

Federconsumatori denuncia: a Pescara, in tre anni, generi alimentari a più 18,3%. Stangata su trasporti e vacanze: in salita le tariffe di collegamenti aerei e traghetti
L’AQUILA. Riempire il carrello della spesa, in Abruzzo, è sempre più difficile. Come anche programmare una vacanza, che sia al mare, in montagna o all’estero, poco cambia. È tutto più caro: dai beni alimentari, che hanno subìto un amento del 3,3%, a voli aerei, cresciuti sulle tratte nazionali del +35,9% rispetto a luglio 2024, ai traghetti, treni, alberghi e case vacanze. A dirlo è l’Istat, che ha diffuso i dati relativi ai prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona «che mostrano una dinamica in accelerazione», come pure i servizi e il comparto del turismo e delle vacanze. Con l’Abruzzo che non fa eccezione. «I prodotti alimentari», spiega Francesco Trivelli, presidente Federconsumatori Abruzzo, «già a giugno scorso avevano segnato un aumento dei 18% rispetto al triennio precedente. Nel periodo estivo scatta la speculazione, con i prezzi che aumentano in modo esponenziale, senza controllo. Questo a fronte di una media dei redditi, in Abruzzo, molto bassa. Il risultato è un impoverimento delle famiglie, che fanno difficoltà a riempire il frigo o a concedersi una settimana di vacanza dopo un anno di lavoro».
AUMENTI INDISCRIMINATI
«La crisi del consumi, che sono in frenata», dice Trivelli, «deriva da un clima di sfiducia dei consumatori. E a pagarne le conseguenze sono, soprattutto, le famiglie economicamente più deboli, i monoreddito, i pensionati. C’è il problema dei costi dell’energia, con il libero mercato che ha creato grandi difficoltà. C’è l’aumento dei beni di prima necessità, degli alimentari. E quello delle vacanze: molti abruzzesi non hanno fatto le ferie e non le faranno, perché i costi sono troppi elevati». Trivelli evidenzia «un calo generale su tutte le voci del turismo e delle vacanze». Ma il problema più grande resta quello del carrello della spesa: «Un pasto medio è aumentato del 18% a giugno, superando i 5 euro e 60 centesimi, facendo acquisti ponderati, senza grandi spese», fa notare Trivelli, «a luglio arriveremo intorno ai 6 euro che, moltiplicati per trenta giorni, non consentono ai nuclei familiari con redditi medio-bassi di andare avanti».
BILANCIO FAMILIARE
L’inflazione alimentare continua a incidere pesantemente sul bilancio delle famiglie abruzzesi. A Pescara i dati sui prezzi al consumo restituiscono un quadro allarmante: dal 2022 a oggi il costo della spesa alimentare è cresciuto in media del 18,3%, con rincari che in alcuni casi superano il 50%. E i prezzi, a luglio, continuano a salire. «Per una famiglia di quattro persone significa una spesa mensile di circa 660 solo euro solo per l’alimentazione, con un incremento di 100 euro rispetto al 2022. A risentirne sono, soprattutto, le scelte alimentari: sempre più cittadini si vedono costretti a rinunciare a prodotti freschi e salutari, come pesce o frutta di stagione, per orientarsi su alimenti più economici ma meno nutrienti, come pasta, riso o cibi confezionati».
RINCARI IN CIFRE
L’Istat ha reso noto che, nel mese di luglio 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha registrato un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,7% su base annua. Tra i beni, si accentua la flessione tendenziale dei prezzi degli energetici (-3,4% da -2,1% di giugno) e accelerano i prezzi nel settore alimentare (+3,7% da +3,3%). Nel comparto dei servizi, si registrano tensioni sui prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+3,3% da +2,9%) e dei servizi vari (+2,2% da +1,6%), mentre decelerano quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,7% da +3,2%). Una vera e propria stangata sulle vacanze estive: rielaborando i dati definitivi dell’Istat sui prezzi al dettaglio il Codacons ha confermato «aumenti importanti per tutte le voci legate a viaggi e turismo che segnano fortissimi rincari rispetto allo scorso anno». A luglio l’inflazione rimane stabile e registra un aumento medio del +1,7% su anno che, in termini di spesa e considerati i consumi totali delle famiglie, equivale ad un maggiore esborso pari a 559 euro annui per la famiglia tipo, con un figlio, e a 761 euro in più per un nucleo con due figli. A registrare i rincari più alti, tuttavia, sono proprio tutte le voci legate alle vacanze estive e al turismo: a luglio i prezzi dei voli nazionali, ad esempio, crescono del +35,9% su base annua, i voli europei del 5,5%, mentre le tariffe dei traghetti salgono del 10,9%, quelle delle auto a noleggio del 9,9%.
VACANZE PIù CARE
Rincari anche sui listini dei pacchetti vacanza nazionali con un +10,3%, mentre i prezzi di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive sono in aumento del 6%. E ancora, il costo di stabilimenti balneari e piscine sale del 3,4%, quello di musei e monumenti storici del 4%. In un solo mese, da giungo a luglio, le tariffe di villaggi vacanza e campeggi si sono impennate del 15,7%.