Panettoni e torroni, Natale amaro: rincari record sulle materie prime

7 Dicembre 2025

Aumenti in media del 42% sui prodotti della tradizione, toccano un +89% quelli a base di cioccolato. Dati del Centro ricerca sui consumi. Gli artigiani abruzzesi: «La qualità paga, ma è una sfida costante»

PESCARA. Natale si avvicina, ma in Abruzzo rischia di essere dal retrogusto amaro. Le aziende dolciarie locali lanciano l’allarme sui ricarichi di nocciole, albumi e cioccolato – materie prime fondamentali per panettoni artigianali, torroni e leccornie tipiche – che dal 2021 a oggi hanno raggiunto livelli insostenibili. E proprio alla vigilia della stagione che dovrebbe garantire respiro e fatturato, il grido delle aziende dolciarie fa il paio con un quadro nazionale altrettanto critico. Secondo uno studio del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), i prezzi dei dolci natalizi sono schizzati alle stelle, con pandori e panettoni industriali che costano in media il 42% in più rispetto al 2021, mentre i prodotti a base di cioccolato sfiorano rincari da record, toccando +89%.

Analizzando i prezzi praticati dalle principali catene della grande distribuzione operanti in Italia, emerge come oggi il prezzo di un panettone o di un pandoro classico industriale, al netto di offerte e promozioni, vari dai circa 5,5 euro fino ad arrivare a toccare i 17 euro per i prodotti di fascia più alta – spiega il Crc. Se però si guarda ai prezzi praticati nel 2021, per gli stessi prodotti e nelle stesse catene commerciali, si scopre che per pandori e panettoni i listini al pubblico hanno registrato rincari medi del +42% in 4 anni.

A subire l’impatto più duro dei rincari, in Abruzzo, sono soprattutto le realtà artigianali come Artemisia, storica azienda aquilana attiva dal 1998 nella produzione di liquori, panettoni, torroni e biscotteria che oggi, tra aumenti delle materie prime e costi energetici, racconta una strada tutta in salita. «Le ricadute ci sono state eccome», spiega il titolare Franco Farroni, «i grandi marchi industriali hanno un potere d’acquisto diverso, noi artigiani molto meno. E gli aumenti sulle materie prime sono stati pesantissimi». Il primo campanello d’allarme è arrivato dal burro: «Nel 2021 costava tra 4,20 e 4,50 euro al chilo. A fine 2023 abbiamo visto anche prezzi da 9,50-10. Ora è calato un po’, ma siamo comunque sui 7 euro: valori alti rispetto al passato».

Stesso discorso per le uova: «Il tuorlo è più che raddoppiato: da 2,80 euro al kg a oltre 6,20-6,30, complici anche i problemi legati all’aviaria. E nel panettone pesa se pensiamo che in un impasto da un chilo ci sono circa 150 grammi di tuorlo». A mettere sotto pressione gli artigiani anche i costi energetici: «La frutta candita richiede lunghe lavorazioni a basse temperature. L’energia è un fattore enorme e l’aumento degli ultimi anni si è fatto sentire. Il risultato» aggiunge il titolare dell’azienda «è che il prezzo finale del panettone artigianale è inevitabilmente salito. Nel 2021 lo vendevamo a 17-18 euro. Ora siamo intorno ai 30: circa un +60%. Nonostante tutto le vendite tengono, ma oltre una certa soglia il consumatore inizia a fare scelte diverse».

E se la produzione al cioccolato è sempre stata un punto di forza dei dolci di Natale, oggi è diventata anche un rischio. Analizzando i dati del Centro di formazione e ricerca sui consumi si scopre che per pandori con creme al cacao, panettoni con gocce di cioccolato gli aumenti dei listini sono assai più elevati e pari in media al +89% con casi in cui il prezzo è addirittura raddoppiato. Situazione analoga sul fronte dei torroni, altro prodotto tipico del Natale: il monitoraggio Crc registra infatti per i torroni classici (mandorle, pistacchio, nocciole) incrementi medi dei prezzi del +20,4% rispetto al 2021, ma se si analizza l’andamento dei torroni al cioccolato, i rincari sono molto più alti e si attestano al +56,5% in quattro anni.

A confermare la tendenza è Natalia Nurzia, custode della tradizione del torrone tenero Fratelli Nurzia, prodotto all’Aquila dal 1835. L’imprenditrice segnala aumenti pesantissimi soprattutto sulle nocciole, il cuore del loro torrone: «Il prezzo è praticamente triplicato e per noi è impossibile non risentirne». A pesare sono anche i costi energetici. «Lavorare in laboratorio oggi costa molto di più, tra energia e forniture». Ma nonostante i rincari, Nurzia continua a difendere la qualità artigianale: «Resistiamo perché restiamo nel mercato locale, ma è una sfida ogni giorno». Nel mirino del Crc anche gli addobbi: alberi, luci a led, palline e decorazioni varie segnano un +30,7% in quattro anni. Un aumento più contenuto rispetto ai dolci, ma comunque sufficiente a far lievitare il costo dell’atmosfera natalizia dentro le case degli abruzzesi.

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