«Aquilani, tutti a Roma»

Pronti i bus per la protesta contro il decreto.

ROSETO. «In duemila a Montecitorio». La sfida è ormai lanciata. Il mare è qui davanti. L’Aquila è all’opposto, lì dietro al Gran Sasso. Ma il terremoto del 6 aprile ha tirato giù, oltre alle case, pure i confini. C’è la sabbia, sì, davanti al palazzo Casa del Mare della riviera di Roseto, ma c’è pure la roccia di tanti aquilani che vogliono portare la loro voce a Roma. Senza bandiere, senza partiti, senza divisioni tra «attendati» e «albergati». «Martedì 16 la nostra bandiera è solo L’Aquila». All’antivigilia del sit-in di protesta promosso dai comitati di cittadini «terremotati, sfollati e accampati», gli aquilani dispersi dal sisma si contano. La sala è stracolma. Ci sono oltre 300 persone. Molti sono arrivati dall’Aquila. I politici sono defilati. Parla la gente.

«AQUILA BELLA ME’». Circola il foglietto della canzone «Te vojo revete’», che ogni aquilano dovrebbe conoscere. Ma non c’è spazio per la nostalgia. «Dobbiamo agire, e subito. Dopo il tentativo di toglierci il capoluogo che abbiamo sventato nel 1971 dobbiamo mobilitarci per una nuova battaglia», urla al microfono Paolo Mannetti (Comitato Ara). «L’Aquila è finita e non verrà ricostruita. Le tende non sono una soluzione da starci mesi. Un Prg fatto in due giorni ha disegnato una nuova città. Le 3500 nuove case abbatteranno il valore delle altre. Non ci sono soldi per le seconde e terze abitazioni. Chi verrà a ricostruire? Nessuno. Per questo dobbiamo reagire e ribellarci». Gli interventi sono tanti. Eugenio Carlomagno è il direttore dell’Accademia di Belle Arti, ma qui parla come attivista del comitato «L’Aquila, un centro storico da salvare».

«Dobbiamo essere almeno duemila a Roma, così la capitale si accorgerà che non è vero che all’Aquila va tutto bene, che stiamo bene, che si sta ricostruendo tutto come mi dicono gli amici di fuori. Si sta perpetrando una truffa che vogliono far passare sulle nostre teste. Bertolaso sul centro storico ha detto: “Campa cavallo, prima di dicembre non se ne fa niente”. E intanto i crolli continuano, la città è bloccata e inaccessibile e nulla si muove per tutelare il nostro patrimonio abitativo, gli studi professionali, i negozi, i palazzi antichi. Non dobbiamo dividerci e dobbiamo protestare insieme». Dalla platea qualcuno grida: «Blocchiamo i lavori per le casette, che non sono provvisorie ma saranno definitive».

POLITICI DEFILATI. In sala, tra gli altri, l’assessore comunale Alfredo Moroni, il capogruppo comunale del Pd Pietro Di Stefano e Antonello Passacantando (Mpa). Ma la posizione dei politici è piuttosto defilata. «Se i nostri politici non sanno difenderci si dimettano», dice uno sfollato.

I PULLMAN. Davanti alla Camera dei deputati, dove inizia il dibattito sul decreto Abruzzo, domani alle 12 i cittadini daranno vita a un sit-in di protesta per chiedere «il 100 per cento di ricostruzione, trasparenza e partecipazione». Sono aperte le prenotazioni per un posto sui pullman (gratuiti) che partiranno sia dall’Aquila (alle 9 dal terminal di Collemaggio), sia dalla costa. Da Pescara centrale l’autobus (o gli autobus, a seconda delle prenotazioni) partirà alle 8 e raggiungerà prima i grandi alberghi di Montesilvano e poi il capolinea Arpa di Silvi Marina nelle vicinanze della chiesa. Alle 8,30 altri bus partiranno da Alba Adriatica e toccheranno le fermate Arpa di Tortoreto, Giulianova (stazione) e Roseto (stazione). Per informazioni su itinerari e prenotazioni: 328-8789367.

«TUTTI UNITI». Ettore Di Cesare (Rete Aq) invita all’unità. «Sento dire che “a quelli della costa non gliene frega niente”. Non è vero, perché siete in tanti. Basta con le divisioni. Nessuno ha scelto dove stare e dobbiamo rimanere compatti». Luca D’Antonis: «Ci hanno espulso dalla città per un’emergenza infinita: è troppo. La gente nelle tende è trattata come bestiame, nella città del G8».

PRESIDIO E COMMISSIONE. La Provincia, i sindaci del territorio e il vicepresidente del consiglio regionale Giorgio De Matteis terranno un presidio istituzionale oggi alle 16 all’aeroporto di Preturo, luogo simbolico del G8. «Per far sentire la voce e le ragioni del territorio » è la motivazione «affinché sia modificato nelle parti sostanziali il decreto sul terremoto ». Stamani alle 11, invece, dietro richiesta del sindaco Massimo Cialente e del deputato del Pd Giovanni Lolli, una delegazione della commissione Ambiente della Camera sarà in città. I parlamentari entreranno alle 11 nella zona rossa e visiteranno le zone più colpite. Relatore della delegazione sarà il vicepresidente, Roberto Tortoli del Pdl.

MANTINI. Il deputato Pierluigi Mantini (Udc) non parteciperà alla protesta all’aeroporto di Preturo. «Ringrazio la presidente della Provincia per l’invito », scrive, «ma non parteciperò. Comprendo bene e condivido le ragioni che sostengono l’iniziativa ma quell’aeroporto è scalo di servizi militari e pubblici e, pur confidando nella civiltà degli abruzzesi, non credo sia il caso di provocare conflitti di questo tipo che, tra l’altro, possono indebolire le ragioni stesse della protesta. Noi continuiamo il quinto giorno di digiuno e ringrazio personalmente tutti gli aderenti. Farò la visita all’Aquila con la Commissione ambiente e territorio e nel pomeriggio inizieremo il dibattito generale alla Camera. Il decreto deve essere cambiato, Berlusconi rispetti gli impegni presi».