Asse attrezzato, scontro sui pedaggi

L'Anas pubblica il bando per il pagamento senza barriere. Testa: pronti a opporci

PESCARA. Entro due anni, l'Anas riscuoterà direttamente i pedaggi, previsti dalla manovra economica, su autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta. E' stato pubblicato ieri, sulla Gazzetta ufficiale, il bando di gara dell'Anas per realizzare il nuovo sistema di esazione sulle autostrade e i raccordi autostradali. Il bando, per 150 milioni di euro, prevede che la durata dell'appalto sia di 24 mesi a partire dalla data di sottoscrizione del contratto.

Insomma, dopo gli «stop» imposti da Tar e Consiglio di Stato al sistema transitorio di pedaggiamento forfettario, l'Anas sta predisponendo il proprio sistema di esazione che graverà soltanto su chi utilizza autostrade e raccordi, ivi compreso l'Asse attrezzato, la strada a scorrimento veloce che collega Chieti e Pescara.

L'appalto è costituito dalla fornitura di un sistema di esazione dinamico senza barriere, da installare per ogni autostrada e raccordo in gestione diretta dell'Anas. La fornitura comprende: progettazione dell'impianto, fornitura e installazione di tutte le infrastrutture (comprensiva delle opere civili), impianti, licenze, software e attività necessarie a conseguire il rilascio in esercizio del sistema.

L'importo complessivo a base di gara ammonta a 150 milioni di euro e la durata dell'appalto è fissato in 24 mesi, a partire dalla data di sottoscrizione del contratto. E' prevista inoltre la facoltà di rinnovare il contratto originario alle medesime condizioni per ulteriori due anni.

Il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa (Pdl), che nei mesi scorsi aveva proposto ricorso al Tar, vincendolo, contro l'introduzione del pedaggio forfettario, non sembra disposto ad abbandonare la battaglia.

«Mi sono messo subito in contatto con un avvocato di Roma, Giorgio Fraccastoro», commenta Testa, «e stiamo verificando il da farsi. Come Provincia, tutto quel che potevamo fare fino a oggi l'abbiamo fatto e mi pare che i risultati ci abbiano dato ragione. Non vorrei però che questa decisione dell'Anas, motivata evidentemente da esigenze di fare cassa, ridimensioni la nostra iniziativa. Che, vorrei ricordarlo, è stata l'unica portata avanti a livello locale contro l'istituzione del pedaggio forfettizzato sull'Asse attrezzato».

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, chiede di rinegoziare il contratto con la società Autostrade. «Abbiamo dei mesi di tempo», dice Alemanno, «prima che i macchinari per l'accesso alle autostrade, e comunque mai per i trasferimenti interni alla città, vengano immessi: in questo periodo, dobbiamo giungere a una logica diversa, anche perché immettere questi sistemi significa spendere 150 milioni di euro e non ce n'è bisogno».

Da Imperia, risponde Pietro Ciucci, presidente dell'Anas: «Stiamo dando attuazione a una norma di legge, chiarissima e semplice, contenuta in poche righe. Questa norma prevede inanzitutto che le autostrade gestite direttamente dall'Anas, che sono quasi 1300 chilometri, tra le quali ricordiamo la Salerno-Reggio Calabria, il raccordo anulare di Roma e l'autostrada per l'aeroporto di Roma-Fiumicino, vengano assoggetate a pedaggio e che quindi non siano più gratuite. C'era, inoltre, una norma che prevedeva, nel tempo necessario per attivare un sistema di pedaggi, di introdurre un onere forfettario di un euro. Questo è il provvedimento transitorio che è stato oggetto di esame da parte del Tar». Ciucci ricorda che il decreto è sospeso, non annullato. Attendiamo quindi le decisioni finali della giustizia amministrativa. Rimane dunque pienamente in vigore, quindi Anas è tenuta a darne attuazione, il principio generale che la rete autostradale Anas diventa a pedaggio». Contro il Gra a pagamento è intervenuto anche il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che chiede al governo di fermare la «folle idea» del pedaggio elettronico e ha confermato che la Provincia di Roma «si opporrà al balzello in ogni modo». Ad annunciare battaglia ci sono le organizzazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori, pronte a opporsi «ancora affinché questi nuovi balzelli non vengano imposti, poiché oltre che illegittimi, provocano aumenti per costi diretti e costi indiretti maggiori spese per le famiglie di 60 euro annui e nel caso dei pendolari un ricarico mensile di circa 60 euro». (cr.re.)

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