Severino Mingroni di Casoli

Biotestamento, malato al ministro: "Vigili affinché i medici rispettino le Dat"

Severino Mingroni, di Casoli (consigliere dell'associazione Luca Coscioni), invia una lettera alla Lorenzin: faccia queste tre cose se è davvero pro vita

CHIETI. «Invece di dire assurdità circa il favorire l'obiezione di coscienza alle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), poiché la neo legge sulle Dat non la prevede, vigili affinché i medici le rispettino, quando sarà, a cominciare dalle mie». Lo scrive, in una lettera inviata al ministro della Salute, Severino Mingroni, di Casoli, consigliere generale dell'associazione Luca Coscioni, affetto da sindrome di "locked in", con una disabilità grave dal 1995. «Le chiedo di fare il ministro di tutti per la nostra salute - si legge nella missiva indirizzata a Beatrice Lorenzin, ai parlamentari, al governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e al consiglio regionale - garantendo a tutti assistenza e cure e libertà». «Se poi è pro vita davvero, pro vita indipendente, aggettivo che aggiungo io, come i parlamentari anti Dat dicono di esserlo - prosegue Mingroni - faccia tre cose di concerto con gli altri suoi colleghi che si dicono pro vita: fare in modo con norme certe, che le persone nella mia situazione locked-in, tetraplegici, muti, possano comunicare con la strumentazione elettronica all'avanguardia che ci consente di poter dire la nostra; fare in modo che il presidente della mia Regione Abruzzo, attui la legge sulla Vita indipendente; istituire un vero Fondo nazionale adeguato per la vita indipendente».