Borghezio: "L'Abruzzo è un peso morto"ma la scorsa estate era terra di conquista

Appena sei mesi fa l'europarlamentare del Carroccio partecipava alla festa della Lega Nord abruzzese: "Questa gente, che si sente comunità e popolo, è pronta ad abbracciare i sani valori leghisti". Ora il cambio di stagione e di posizione politica: "Questa parte del Paese non cambia mai, l'Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud"
PESCARA. Oggi «l'Abruzzo è un peso morto», appena sei mesi fa era terra di conquista leghista. Cambiano le stagioni e cambia la strategia politica di Mario Borghezio. Nell'intervista rilasciata oggi a KlausCondicio, l'eurodeputato della Lega nord non risparmia le critiche agli abruzzesi: «Questa parte del Paese non cambia mai, l'Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. C'è bisogno di uno scatto di dignità degli abruzzesi. È sano realismo padano». Lo scorso 5 giugno, alla festa del Carroccio abruzzese, Borghezio lanciava l'«annessione» della terra di D'Annunzio: «Questa gente, che si sente comunità e popolo, è pronta ad abbracciare i sani valori leghisti».
FOTO Borghezio alla festa della Lega nord made in Abruzzo
«Presto saremo in migliaia e migliaia, padroni dell'Abruzzo, del nostro territorio, non ci arrenderemo mai», gridava a Rapino (Chieti) l'esponente leghista. Intorno a lui gli esponenti abruzzesi del Carroccio con tanto di fazzoletti smeraldo infilati nel taschino o allacciati intorno al collo dei leghisti.
Una visione che, insieme alla porchetta locale, estasiò l'eurodeputato al punto da fargli esprimere una serie di elogi: «Questa gente, che si sente comunità e popolo, è pronta ad abbracciare i sani valori leghisti, fatti di autotutela contro la globalizzazione delle tradizioni e soprattutto dell'economia, che ha ridotto alla povertà le imprese locali in nome di un'internazionalizzazione che sta favorendo i cinesi e i paesi dell'Est, questi ultimi perfino accolti nell'Europa dell'Euro che per loro si sta svalutando, come aveva ampiamente previsto Bossi quando si schierò contro l'allargamento dell'Unione a est»
Oggi la musica è cambiata: «Il comportamento di molte parti delle zone terremotate dell'Abruzzo è stato singolare», ha affermato ai microfoni di Klaus Davi. «Abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate. È stata un po' una riedizione rivista e corretta dell'Irpinia: prevale sempre l'attesa degli aiuti, non ci sono importanti iniziative autonome di ripresa. Si attende sempre che arrivi qualcosa dall'alto, nonostante dall'alto arrivi molto».
Insomma, se in estate l'Abruzzo è terra leghista, in inverno diventa un «peso morto». Chissà se Borghezio cambierà idea nella prossima primavera.
FOTO Borghezio alla festa della Lega nord made in Abruzzo
«Presto saremo in migliaia e migliaia, padroni dell'Abruzzo, del nostro territorio, non ci arrenderemo mai», gridava a Rapino (Chieti) l'esponente leghista. Intorno a lui gli esponenti abruzzesi del Carroccio con tanto di fazzoletti smeraldo infilati nel taschino o allacciati intorno al collo dei leghisti.
Una visione che, insieme alla porchetta locale, estasiò l'eurodeputato al punto da fargli esprimere una serie di elogi: «Questa gente, che si sente comunità e popolo, è pronta ad abbracciare i sani valori leghisti, fatti di autotutela contro la globalizzazione delle tradizioni e soprattutto dell'economia, che ha ridotto alla povertà le imprese locali in nome di un'internazionalizzazione che sta favorendo i cinesi e i paesi dell'Est, questi ultimi perfino accolti nell'Europa dell'Euro che per loro si sta svalutando, come aveva ampiamente previsto Bossi quando si schierò contro l'allargamento dell'Unione a est»
Oggi la musica è cambiata: «Il comportamento di molte parti delle zone terremotate dell'Abruzzo è stato singolare», ha affermato ai microfoni di Klaus Davi. «Abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate. È stata un po' una riedizione rivista e corretta dell'Irpinia: prevale sempre l'attesa degli aiuti, non ci sono importanti iniziative autonome di ripresa. Si attende sempre che arrivi qualcosa dall'alto, nonostante dall'alto arrivi molto».
Insomma, se in estate l'Abruzzo è terra leghista, in inverno diventa un «peso morto». Chissà se Borghezio cambierà idea nella prossima primavera.
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