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Carichieti andrà all’asta già a febbraio

Il presidente Nicastro: forse sarà venduta in blocco con le altre tre banche salvate. Difficili i rimborsi agli obbligazionisti

MILANO. Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti saranno vendute, in blocco o in modo separato, con un unico meccanismo d'asta a partire da febbraio. Per l'acquisto si sono già fatti avanti istituti bancari e fondi di private equity italiani ed esteri e l'obiettivo è di mandare in porto la cessione nei tempi stretti imposti da Bruxelles alle migliori condizioni possibili.

Poche speranze invece per i possessori (circa 10mila) di bond subordinati: c'è il divieto Ue di rimborsi, anche se si sta valutando qualche forma di tutela per i risparmiatori più deboli.

A questo propositivo il viceministro all'Economia Enrico Morando parla di una soluzione con i subemendamenti alla legge di Stabilità. Il nodo sarà affrontato domenica con i primi voti in Commissione alla Camera, anticipa Paolo Tancredi, deputato teramano e relatore alla legge di Stabilità.

A dieci giorni dal decreto salva-banche Roberto Nicastro, presidente delle quattro nuove banche ripulite dai crediti deteriorati, fa il punto sullo stato dell'arte in un incontro con la stampa nella sede milanese di Bankitalia. Al suo fianco l'ex numero uno di Standard&Poor's in Italia, Maria Pierdicchi, ora consigliere indipendente.

Marche, Etruria, Ferrara e Chieti «hanno un eccezionale radicamento sul territorio. Oggi sono vere good bank, molto ben capitalizzate e molto liquide», è il messaggio lanciato da Nicastro. Non stupisce allora che «poche ore dopo l'annuncio che avrebbero seguito un percorso di cessione sono arrivate manifestazioni di interesse», sia per un acquisto in blocco sia di singoli asset.

Il banchiere parla di «diverse manifestazioni di interesse da banche e operatori di private equity». Nei prossimi giorni, spiega, partirà la selezione di uno o due advisor, da individuare per Natale o Capodanno, poi «dovremo avere un'asta che immaginiamo partirà nel mese di febbraio». Se la vendita avverrà in blocco i tempi saranno rapidi, più lunghi in caso si proceda a pezzi.

Nicastro spezza una lancia a favore della prima ipotesi: «Le quattro banche presentano importanti sinergie, agiscono tutte sulla dorsale Appennino-Adriatico e anche in un contesto diverso potevano riflettere su un percorso strategico comune».

A gennaio in parallelo «puntiamo ad avere la bad bank operante»: anch'essa «sarà oggetto di valorizzazione e di una possibile cessione».

«Abbiamo vincoli estremamente rigorosi imposti dalla Ue. Parlano anche del divieto del ristorno», sottolinea infine in merito al problema degli obbligazionisti subordinati che, come gli azionisti, si sono visti azzerare il valore dei titoli. «D'altra parte ci sono attori consapevoli che stanno mettendo tutte le energie per cercare le soluzioni possibili per i casi più gravi».