Cialente: sono sconcertato credevo fosse commossa

La Pezzopane: la nostra città è stata trattata come un macabro teatrino Lauri (Siulp): comportamento impensabile per un rappresentante di governo

L’AQUILA. Indignazione, sconcerto e rabbia per le frasi choc del prefetto Giovanna Maria Rita Iu rato. «Non solo in quanto sindaco, ma come uomo e cittadino dell’Aquila», Massimo Cialente si dice «attonito. Ci sto malissimo. La verità è una: mi sto accorgendo, a mano a mano che escono retroscena della vicenda aquilana, che abbiamo avuto tanta gente a lavorare con noi, ma nessuno è riuscito ad entrare fino in fondo in questo dramma. Nessuno è stato all’altezza del nostro dolore. Anche alla luce di altre intercettazioni (da Piscicel li a Bertolaso) ciò che emerge, è la solitudine di questa comunità. Di questa intercettazione, però, la cosa che più mi colpisce è l’interlocutore della Iurato (il prefetto Francesco Gratteri) le cui parole sono di un cinismo impressionante. La Iurato» aggiunge Cialente ricordando il giorno in cui il prefetto appena nominato posò una corona di fiori davanti alla Casa dello studente, «mi colpì. Ho creduto vera quella sua commozione e anche dopo l’ho sempre vista molto partecipe. Oggi sono sconcertato.

«Colpita, al punto da avere un forte e doloroso senso di nausea». Questo il commento dell’assessore Stefania Pezzo pane, che aggiunge: «Ancora una volta si dimostra che L’Aquila e il terremoto sono stati trattati da troppi come macabro teatrino dove fingere dolore e improvvisare lacrime, strumentalizzando bambini e vittime. Non bastavano gli imprenditori Piscicelli e co. a ridere di noi. Non bastavano Letta e Berlusconi preoccupati, alla vigilia dei funerali di Stato, che Bertolaso li sistemasse in posizione utile da far vedere al mondo la loro sentita commozione. Ci mancava una donna, prefetto, inviata dal governo Berlusconi, a far lacrime finte e a riderci sopra. Un orrore. Persone così non possono svolgere compiti pubblici. Si inginocchi lì dove ha versato lacrime finte e chieda perdono, se ne ha il coraggio, a quei bambini vittime del terremoto a cui ha dedicato il suo sarcasmo».

«Leggere il testo di quell’intercettazione», afferma l’assessore comunale Fabio Pelini, «è un pugno nello stomaco e denota, purtroppo, il cinismo feroce di chi dovrebbe rappresentare un punto di riferimento per i cittadini e che invece condiziona ogni suo comportamento pubblico a tutt’altre logiche. Questa è solo l’ultima pagina vergognosa che ha coinvolto il nostro territorio, da quel giorno inevitabilmente indimenticabile, e che va ad aggiungersi a quelle degli sciacalli che ridevano la notte stessa del terremoto e agli scandali che hanno travolto Bertolaso, la Protezione civile e l’impresentabile governo dell’epoca. Colpisce, ma fino a un certo punto, che nel deserto di sentimenti e senso etico ad essere coinvolto nell’intercettazione sia quel Gratteri già tristemente noto per la condanna a 4 anni per gli episodi di violenza accaduti al G8 di Genova. A distanza di quasi 4 anni dal nostro terremoto si compone un quadro a tinte sempre più fosche nel quale uomini delle istituzioni, in buona compagnia di politici e affaristi, hanno scambiato la nostra tragedia per un set cinematografico nel quale piangere a comando».

Per Fabio Lauri, segretario del sindacato provinciale di polizia Siulp , «è inimmaginabile pensare che uomini di Stato possano compiacersi nel raccontare cose che riguardano il terremoto dell’Aquila come fosse un teatrino. Un fallimento per le istituzioni che hanno individuato nella Iurato il rappresentante del governo che avrebbe dovuto servire una città martoriata. Il Siulp si è trovato spesso a contestare l’operato dell’allora prefetto Iurato riguardo alcune posizioni che influivano e influiscono ancora sulla sicurezza dei cittadini. Non vogliamo credere che il rappresentante del governo, mandato all’Aquila per servire e proteggere la cittadinanza, possa aver effettivamente pensato ciò che le parole intercettate lascerebbero intendere. Da lei ci aspettiamo chiarimenti e rettifiche».

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