Consiglio straordinario sul caso-Parco

Martedì la riunione in Regione. La Provincia: sì alla perimetrazione ma limitata

PESCARA. Il consiglio regionale si esprimerà sul caso sorto attorno all'istituzione del Parco della costa teatina dopo che l'assessore, che deve cooordinare gli enti locali interessati, ha detto di essere contrario alla riserva. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo (no di Pdl e Udc) raccogliendo la richiesta del centrosinistra. Il consiglio si riunirà martedì in seduta straordinaria.

In consiglio regionale arriva anche la richiesta di dimissioni, che hanno presentato Pd, Idv, Sel, Verdi, Rifondazione e Pdci, dell'assessore Mauro Febbo (Pdl) da presidente del Tavolo di coordinamento ritenendolo «incompatibile», a seguito delle sue dichiarazioni, con il Parco.

A una decina di giorni dalla data fissata dalla legge che prevede l'istituzione della zona protetta lungo la costa teatina da Ortona a San Salvo lo scontro politico sul Parco trova la sua sede naturale mentre va avanti l'iter sulla perimetrazione avviato in tutta fretta dai Comuni su sollecitazione del ministero dell'Ambiente.

I documenti dovranno essere consegnati al presidente del Tavolo di coordinamento (Febbo?) e da qui passeranno a Roma.

Se il ministero li riterrà sufficienti e adeguati per disegnare i confini della nuova zona da tutelare, allora istituirà l'Ente parco lasciando agli enti locali le nomine dei componenti; se, al contrario, valuterà incompleti i documenti, ha già preannunciato che dovrà nominare un commissario che, sempre sulla scorta delle indicazioni dei Comuni, penserà a individuare regole e perimetrazione.

D'altra parte, per capire l'aria che tira, basta ricordare che l'invito del ministero a disegnare i confini è stato finora raccolto da 5 su 8 amministrazioni locali, le restanti tre hanno detto che accetteranno le decisioni del commissario. Febbo ha promesso che chiederà ai parlamentari del Pdl di promuovere una legge che abroghi la norma sul Parco, il senatore Pdl Fabrizio Di Stefano ha proposto un referendum fra i residenti della costa.

La Provincia di Chieti prende oggi posizione tramite il suo presidente Enrico Di Giuseppantonio (Udc) in una conferenza stampa al fianco di Febbo. La Provincia non dice «sì» o «no» al Parco, dal momento che c'è una legge e va rispettata, ma torna a ripetere la sua idea di perimetrazione: un'area più piccola rispetto a quella della Costituente "Vogliamo il parco" (la rete di associazioni e persone), limitata alle attuali riserve naturali, oasi e zone sic e collegata dalla Via Verde, il progetto della pista ciclopedonale sull'ex tracciato ferroviario.

I consiglieri provinciali del Pd Camillo D'Amico (capogruppo) e Angelo Radica si augurano a questo punto che l'ente assumi un ruolo guida. «La messa a sistema delle aree già vincolate», affermano i due consiglieri, «la costruzione della pista ciclopedonabile sono presupposti propedeutici alla perimetrazione e la costituzione del Parco è una sfida da cogliere per dare impulso al turismo e prevenire facili fenomeni speculativi laddove si lasciasse tutto com'è». (a.mo.)

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