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14 maggio

14 Maggio 2025

Oggi, ma nel 1967, a Milano, si spegneva, a 73 anni, il milanese e milanista Renzo De Vecchi, soprannominato dai tifosi rossoneri “Il figlio di Dio”, che aveva rivoluzionato il ruolo del terzino nel gioco del calcio nel Belpaese sia con la divisa dei Diavoli, dal 1909 al 1913, poi con la casacca del Genova, dal 1913 al 1929, ma contemporaneamente anche indossando la maglia della nazionale italiana, dal 1910 al 1925. Con la compagine italica era sceso in campo pure con la fascia da capitano al braccio.

Alto 163 centimetri per 62 chilogrammi di peso, il suo ruolo di difensore era sinistro, quello più atto a coordinarsi col resto della squadra e a fare passaggi migliori, per antonomasia, rispetto al destro che era lasciato prevalentemente andare incontro al contrasto con le punte avversarie e sostanzialmente a spazzare e basta (nella foto, particolare, in azione in un colpo di testa nel campo di via del Piano della Città della Lanterna, il 15 giugno 1924, nell’incontro tra i padroni di casa e il Bologna, insieme col centravanti Angelo Schiavio e il centromediano Luigi Burlando, entrambi bolognesi). Come aveva scritto di lui il giornalista Ettore Berra in “Il calcio illustrato”, del 6 luglio 1944: «È stato nel suo compito un innovatore.

Prima di lui il terzino era ritenuto un giocatore di scarse qualità, qualcosa come un rifiuto degli altri settori, uno spazzatore semplicemente. Chi non riusciva in nessun ruolo doveva riuscire come terzino. La semplicità del compito rendeva adatti tutti gli elementi che solo potessero disporre di un rinvio potente. Con De Vecchi si apre un’era diversa. Egli fa del terzino un collaboratore del gioco». Tra i suoi primati in carriera veniva ricordato quello di più giovane atleta del pallone ad aver vestito il bianco con la croce sabauda che precedeva l’azzurro. Era accaduto a 16 anni, 3 mesi e 23 giorni, con ingresso al 46° minuto, proprio nella gara d’esordio della selezione tricolore.

Ovvero l’amichevole avvenuta contro l’Ungheria, il 26 maggio 1910, a Budapest, nel Millenaris sporttelep, terminata 6-1. Ed ancora, tra i suoi record, era annoverato quello di marcatore più in erba nella storia del Milan in partite ufficiali, con la rete messa a segno, al 3° minuto, a 15 anni, 9 mesi e 25 giorni, il 28 novembre 1909, contro i granata, a Torino, al Velodromo Umberto I, nel match terminato 6-2, nel campionato di Prima categoria.

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