Abruzzo

Criminalità, il rapporto della Dia Nazionale: «Gli affari della mafia foggiana anche in Abruzzo»

27 Maggio 2025

La Direzione investigativa antimafia fa il punto sulla criminalità organizzata nel 2024: emergono elementi che coinvolgono la nostra regione

"L'Abruzzo si caratterizza per l'assenza di fenomeni mafiosi autoctoni, tuttavia la prossimità ad aree connotate dalla storica presenza della criminalità organizzata, segnatamente la Puglia e la Campania, espone la regione all'influenza di organizzazioni malavitose provenienti da tali territori". E' quanto emerge dalla Relazione al Parlamento del ministro dell'Interno sull'attività svolta e i risultati conseguiti nel 2024 dalla Direzione investigativa antimafia (Dia). "Nell'area appenninica interna - si apprende dal documento - proseguono le opere di ricostruzione pubbliche e private in seguito agli eventi sismici avvenuti nel 2009 e nel 2016/2017. Al riguardo, le risorse finanziarie stanziate per tali esigenze costituiscono ancora oggi potenziali obiettivi per le mire di organizzazioni criminali capaci di infiltrare l'economia legale. Parimenti, risultano appetibili i fondi pubblici erogati in altri settori, tra cui l'agricoltura, la zootecnia e il turismo. A tal proposito - si legge nella Relazione - in tutta la regione resta alta l'attenzione istituzionale da parte delle Prefetture nel monitoraggio sul rischio di infiltrazioni criminali a tutela dell'economia legale. I settori agricolo e zootecnico negli anni passati sono stati interessati da indagini e da provvedimenti interdittivi antimafia adottati dalle locali Prefetture, dai quali sarebbe emersa l'elevata esposizione di tale contesto al rischio di infiltrazione mafiosa da parte di organizzazioni criminali, specie pugliesi. Le attività investigative degli ultimi anni che hanno interessato il territorio abruzzese avrebbero documentato la presenza di esponenti della criminalità pugliese, calabrese, nonché di gruppi criminali di origine albanese e di etnia rom. Questi ultimi, in particolare, sono rappresentati da nuclei familiari divenuti stanziali nel tempo, presenti sia lungo la fascia costiera, sia nell'entroterra, e risultano legati tra loro da vincoli di parentela. Tali gruppi sono stati oggetto di pregresse indagini in materia di stupefacenti, usura ed altro, dalle quali sarebbe emersa la loro potenzialità ad evolvere in forme di criminalità organizzata più complesse". 

Durante il periodo in esame, si legge infine, "le attività di contrasto eseguite dalla Forze di polizia avrebbero confermato l'operatività in territorio abruzzese di gruppi criminali provenienti dalla Puglia e stranieri, questi ultimi prevalentemente di origine albanese".