D'Alfonso gentleman in consiglio: «Ho sempre operato per l'interesse pubblico»

In venti minuti e senza polemiche il presidente della Regione ha elencato in un monologo tutti i fatti contestatigli dalla Procura aquilana, ha sottolineato la sua condotta «collaborativa» e ha rimarcato che la sua attività politica e amministrativa proseguiranno «con la stessa forza e impegno di sempre»

PESCARA. Nessun dibattito in aula, zero accuse dai banchi dell'opposizione e toni fin troppo concilianti nel lungo monologo del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso. Il suo primo discorso pubblico, dopo l'inchiesta della Procura dell'Aquila per una serie di appalti di dubbia regolarità, è andato avanti ininterrottamente per oltre venti minuti, senza alcuno strascico polemico. Ieri mattina in consiglio regionale, convocato in via eccezionale a Pescara, a Palazzo di Città, D'Alfonso è apparso sereno, collaborativo, al punto da lodare più volte "l'esperienza, la professionalità e l'imparzialità" dei magistrati, fino a dirsi "contento" per la proroga delle indagini che determina un ulteriore approfondimento sulle sue attività politiche. «Una cosa è certa: tutta la mia attività amministrativa è condotta in modo che prevalga sempre l'interesse pubblico. Sono pronto a tutte le critiche, purché però si parta da questo assunto», ha detto in apertura dei lavori D'Alfonso. «Quando si è decisori pubblici - ha sottolineato D'Alfonso - la rilettura dell'autorità giudiziaria incentiva la piena idoneità dell'attività amministrativa. Da parte mia, dunque, non c'è solo una condotta collaborativa, ma anche un apprezzamento di tipo istituzionale. Anche perché sono oltremodo interessato affinché si compia una puntuale diagnostica esaustiva di ogni aspetto». D'Alfonso ha ripercorso alcuni passaggi delle contestazioni, precisando però di non avere piena contezza documentale degli atti dell'inchiesta della Procura dell'Aquila in relazione ad appalti gestiti dalla Regione Abruzzo.

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«I fatti che mi vengono contestati - ha detto D'Alfonso rispondendo in Consiglio regionale - sono racchiusi in due fogli di carta e in un terzo documento, che raccontano quattro situazioni reali. La prima vicenda riguarda un fondaco di Penne, su cui io avrei sollecitato (su richiesta non di un privato, ma del sindaco, del vice sindaco e dell'assessore al ramo) il superamento di un vincolo per consentirne al Comune l'alienazione, sulla base di un piano di sdemanializzazione risalente al 2008. Il secondo riguarda attività amministrative iniziate su lavori di risanamento ambientale e igienico di alcune case popolari a Pescara. L'Ater chiedeva 5 milioni di euro per gli interventi su 70 appartamenti, che grazie a una nostra rilettura e al lavoro di professionalità che hanno sempre affiancato la Giunta, si sono ridotti a 2 milioni e 400mila euro». «C'è poi il Parco Didattico del Lavino, per il quale è in corso un'attività di estimazione e progettazione tra Provincia, Comuni e Regione. L'ultimo episodio riguarda la delibera del 3 giugno scorso per la riqualificazione strategica del Parco di Villa delle Rose a Lanciano, per la quale la copertura finanziaria deve essere rintracciata». D'Alfonso, dopo aver ringraziato i carabinieri per «la costumatezza e la misura» con cui hanno condotto l'attività negli uffici della Regione, ha rimarcato come la sua attività politica e amministrativa «proseguirà con la stessa forza e impegno di sempre».