Dalla Morgan parte la sfida al governo

Appena firmato l'integrativo che non applica la legge taglia-diritti

MARTINSICURO. Siglare un contratto integrativo, di questi tempi, è quasi un evento. Se poi il contratto, come è accaduto alla Morgan Carbon di Martinsicuro, dispone di non recepire una legge dello Stato emanata recentemente, diventa un punto fermo da cui partire per molte altre trattative sindacali. La legge in questione è la tanto discussa e criticata 183 - che Napolitano in prima battuta aveva anche rimandato alle Camere - conosciuta meglio come "collegato lavoro". In parole semplici la legge per i neoassunti prevede, in caso di controversie fra lavoratore e azienda, il ricorso non al magistrato del lavoro ma a un arbitro, che dà giudizi inappellabili.

«Abbiamo chiesto e ottenuto», annuncia Bernardo Testa della Filctem Cgil, «di non recepire il collegato lavoro ma di continuare con il riconoscimento pieno del contratto e dello statuto dei lavoratori». La Morgan Carbon (ex Ebn) è una fabbrica storica, che produce materiali per ingranaggi dei motori e che dà lavoro a circa 120 operai. «In tempi di crisi tanto pesante», aggiunge Testa, «questo contratto tiene conto del disagio che l'azienda può vivere dal punto di vista finanzianrio, per cui non ha contenuti economici altissimi. Ma contiene un'affermazione politica importante sulla regressione, avvenuta ultimamente, rispetto alle conquiste dei lavoratori. E' stato rigettato nei fatti, ma anche simbolicamente, il "collegato lavoro" che secondo il sindacato e i lavoratori di quest'azienda, e non solo, è una revisione in senso negativo dello statuto dei lavoratori e quindi il tentativo delle forze politiche e padronali di rimettere in dicussione conquiste sin qui ottenute. La sensibilità dei dipendenti della Morgan ha consentito di mettere un paletto da cui partire per esercitare anche in altre aziende, dove la forza sindacale lo consente, una pressione nei confronti di quelle forze che stanno tentando di assottigliare i diritti dei lavoratori per assoggettarli a logiche di profitto».

Il contratto, che durerà dino al 2013, si compone anche di una parte economica. Prevede un premio di presenza con un aumento di 20 euro al mese. In totale i lavoratori percepiranno 100 euro al mese subito (con aumenti di 5 euro all'anno) se non faranno assenze. Poi è stata recepita una sentenza della Cassazione sui dipendenti che devono indossare divise da lavoro: il tempo per vestirsi e spogliarsi è considerato orario di lavoro, quindi dal 1º gennaio saranno corrisposti un euro e 80 centesimi al giorno a compensazione dei minuti persi.

Previsto un buono benzina da 258 euro all'anno. In più l'azienda sostituirà le parti residuali in eternit delle coperture dei capannoni, nei prossimi tre anni. «Importante», osserva il sindacalista, «anche l'istituizione di un fondo bilaterale per il sostegno al reddito: se si dovessero verificare momenti di difficoltà documentate da parte di singoli, si può attigere dal fondo. Si parte con contributo mensile individuale di 2 euro a dipendente e altrettanto dell'azienda». Confermato l'impegno a garantire la formazione professionale fino a 20 ore al mese. (a.f.)

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