Osaka

Dall’Abruzzo al Giappone, il fascino dell’Expo: un salto nel futuro e l’ausilio dei robot //VIDEO

13 Giugno 2025

Il racconto dell’Esposizione Universale di Osaka, in Giappone, dove da domenica a sabato 21 giugno si terrà la settimana dell’Abruzzo

Scoccano oggi i due mesi dell'Expo di Osaka, l'Esposizione Universale che si sta svolgendo in Giappone e dove da questa domenica al Padiglione Italia va in scena l'Abruzzo. L'Expo ha raggiunto i 7 milioni di visitatori (con 13.440.634 biglietti venduti al 6 giugno scorso) e circa 120 mila persone di media al giorno, in aumento nelle ultime settimane, anche se la stampa giapponese segnala che i numeri sono ancora lontani dalla media di 150 mila che gli organizzatori dovrebbero raggiungere per raggiungere gli obiettivi di pubblico che si erano posti all'inizio di questa Fiera. È un mega-evento che riunisce tutti o quasi i Paesi del mondo in un unico luogo e che dura per soli 6 mesi, dopodiché tutto il sito verrà smontato e parti delle strutture riutilizzate altrove. È anche l'occasione per riflettere e ragionare insieme sui mega-problemi del mondo e presentare soluzioni, come sta avvenendo questa settimana sul tema dei "Bisogni essenziali della vita: cibo, vestiti e un alloggio", in cui i vari Paesi del mondo partecipanti ad Expo mostrano le loro soluzioni per rispondere alla domanda: “come possiamo costruire un futuro in cui nessuno debba più preoccuparsi del cibo e del proprio sostentamento?”,

Il secondo

Si tratta del secondo Expo per Osaka, dopo quello del 1970, che al tempo era stata la più visitata Esposizione Universale della storia, fino ad allora. Per questo le aspettative della stampa giapponese sono alte, e nell'attuale sito sono presenti richiami e connessioni con il precedente, come ad esempio gli alberi della Foresta della Tranquillità, una area che si trova al centro, i cui alberi provengono dal sito di Expo 1970, un parco al nord di Osaka. Questa volta invece si è scelto di realizzare l'edizione del 2025 su una isola artificiale, al largo di Osaka, che è una città portuale sul mare.

Il luogo

Il sito si raggiunge con una metro, che ha lo stesso nome dell'isola, Yumeshima, vuol dire dal giapponese: l'Isola dei Sogni. Doveva essere l'ironico nome che avevano dato a quella che inizialmente era destinata ad essere una discarica industriale, invece è diventato il sito che ospita la nuova Esposizione Universale 55 anni dopo la prima. Il sito di Expo è anche circondato da una iconica struttura in legno, pedonabile, lunga 2 km, che permette di vedere i padiglioni dall'alto. Vi partecipano 158 Paesi del mondo, ai quali si uniscono una dozzina di padiglioni di compagnie, come la Sanità di Osaka, e dei padiglioni d'autore, come quello di Future of Life, prodotto da un professore giapponese, Hiroshi Ishiguro. Ogni padiglione è chiamato ad interpretare i temi di questo Expo che è: Progettare la società futura per la nostre vite.

Lo screening

Così il Padiglione della Sanità di Osaka ti mostra, a seguito di uno screening, come sarai nel futuro, ma insegna anche come prendersi cura si sé con tecnologie mediche d'avanguardia, utilizzate nei loro ospedali, al fine di ritardare l'invecchiamento. Oppure nel Padiglione di Future of Life, il professor Ishiguro mostra ai visitatori la sua idea di come vivrà una famiglia giapponese nel futuro, in cui gli umani convivranno con robot-androidi, nei quali sono immagazzinati i ricordi dei nostri cari prima di morire. In questo padiglione si possono vedere decine di androidi in azione, anche impegnati in un balletto.

Il futuro

Ma all'interno dei Padiglioni si scopre anche che a volte il futuro vuol dire più semplicemente progettare soluzioni artigianali che riflettono i propri valori nazionali, come il Padiglione del Giappone, fatto in tavole di legno riciclabili, che racconta la filosofia giapponese della circolarità della vita e di costruire cose che vivano in comunione con l'ambiente, senza contrapporsi alla natura.

Il ponte nagare-bashi

L'Expo è infatti l'occasione per mostrare le proprie innovazioni al mondo e ad esempio all'interno del padiglione giapponese si racconta del ponte Nagare-bashi, in provincia di Kyoto, l'antica capitale del Giappone imperiale. Tra le distese di tè matcha prodotto in questa zona, sul fiume Kizu è costruito questo ponte in legno di cedro che, letteralmente tradotto dal giapponese, vuol dire "Ponte che Fluisce", perché quando il fiume va in piena e acquista potenza, anziché resistere al fiume, è stato costruito per smontarsi e far fluttuare sull'acqua le otto sezioni del ponte legate a delle corde, e poi rimontarsi da sole alla fine della piena. Una soluzione artigianale incredibile – siamo stati nel sito dove è costruito questo ponte per vederlo coi nostri occhi, non troppo distante da Osaka – una soluzione apprezzata dalla gente del posto perché rispecchia la loro filosofia del "non opporsi".

L’Abruzzo e l’Expo

Magari potrebbe essere una idea anche per la nostra regione che pure vive problematiche simili a quelle del Giappone, tra zone sismiche e piogge torrenziali che portano i fiumi in piena. Ma anche per l'Abruzzo questo Expo in Giappone sarà una occasione (da domenica a sabato 21 giugno) per mostrare la propria inventiva e la propria identità al resto del mondo. È un buon momento questo per il Padiglione Italia, all'interno del quale una ampia area sarà dedicata alla nostra Regione da questa domenica. Perché il Padiglione Italia, all'interno del quale c'è anche quello della Santa Sede, secondo un recente sondaggio condotto dal magazine giapponese Josei Jishin, è il più desiderato e quello per il quale "vale la pena fare la fila", apprezzato per la presenza di opere d'arte originali, come l'Atlante Farnese, esposto per la prima volta in Giappone, o il Codice Atlantico di Leonardo, il Codice Da Vinci, o "La Deposizione" del Caravaggio, nella sezione della Città del Vaticano. Il Padiglione Italia vuole rappresentare la Città ideale del Rinascimento, questa visione della vita che è il modo in cui l'Italia ha scelto di interpretare il tema di Expo. Dopo il portico, dove il pubblico in fila vede gli artigiani italiani lavorare, e il Teatro nel quale si assiste ad uno spettacolo in cui, tra le bellezze dell'Italia mostrate già ora, è presente il Gran Sasso d'Abruzzo, si accede infine alla piazza ideale del Rinascimento, uno spazio in cui ci si unirà anche l'Abruzzo, da usare come vetrina per raccontarsi al mondo.

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