Pellacani, papà promozione: «Pescara, non mi fermo qui»

Due mesi fa l’arrivo di Leonardo, poi la serie B: «Adesso il mio sogno è andare in A. Baldini ha l’80% dei meriti, è stato papà e psicologo. Ha sempre creduto in noi, ora deve restare qui»
PESCARA. Prima il fiocco azzurro, poi la bandiera biancazzurra. In poco più di due mesi, la vita del difensore Filippo Pellacani è cambiata tra sorrisi, lacrime, feste e pannolini. È arrivato Leonardo a colorare la sua vita e quella di Chiara, la storica compagna, e poche settimane dopo ecco la serie B a riempire la bacheca dei trofei.
Il Pescara è in serie B. A distanza di una settimana ha capito cos’è successo?
«Difficile da realizzare, ma è tutto bellissimo. Se ripenso allo stadio in festa mi vengono i brividi».
Da buon veneto, immaginiamo brindisi a volontà per festeggiare la vittoria.
«Guardi, non solo io (ride). Eravamo tutti abbastanza sopra le righe, ma è giusto così, bisognava fare festa dopo aver raggiunto un traguardo così importante».
È già in vacanza?
«No, sono tornato qualche giorno a Verona, la città dei miei genitori. Il 18 devo fare un controllo di routine al ginocchio e poi direzione Sardegna. La mia compagna è metà veronese e metà cagliaritana e l’estate per noi è tappa obbligata».
Quando ha capito che questa squadra era da promozione?
«Allora, partiamo dal ritiro a Palena della scorsa estate. Baldini già undici mesi fa parlava di promozione. Lui ci ha sempre creduto e lo diceva con una convinzione disarmante».
E lei?
«All’inizio lo ascoltavo perplesso, poi con il passare del tempo ho capito il motivo della sua convinzione».
Quando lo ha capito?
«Ci sono state tre tappe importanti. La prima dopo la vittoria a Terni, nell’esordio in campionato, dopo il trionfo a Chiavari contro l’Entella e, poi, con la vittoria conquistata a Catania nei play off. Quest’ultima partita diciamo che mi ha fatto capire davvero che la promozione era a un passo. Baldini ci ha sempre detto: “Il lavoro premia sempre”. Così è stato».
Hanno vinto non i più forti, sulla carta, ma quelli più solidi e meglio allenati?
«Siamo arrivati ai play off con una condizione atletica incredibile».
Quanto c’è di Silvio Baldini in questa promozione?
«L’80% è merito suo».
Addirittura?
«Senza di lui adesso probabilmente stavamo raccontando un’altra storia. Baldini ci ha dato fiducia, ci ha fatto capire che non eravamo inferiori a nessuno. È stato un padre, anche psicologo. Siamo stati rivitalizzati da lui. Questa è una squadra operaia con valori tecnici importanti».
Il bilancio di questo suo triennio biancazzurro?
«Eccezionale. Sono cresciuto tanto con tutti gli allenatori che ho avuto, ovvero Colombo, Zeman e Baldini. Ho voluto fortemente questa maglia tre anni fa e rifarei la stessa scelta».
Lo ha fatto rinnovando il contratto qualche mese fa.
«Era quello che volevo. La vittoria è la conseguenza del lavoro. Qui si lavora bene e i trionfi, poi, arrivano».
Per lei un 2025 da urlo: prima papà, ora la promozione in B.
«Sono al settimo cielo, grazie alla mia compagna Chiara che due mesi e mezzo fa mi ha reso papà di Leonardo. Sono la persona più felice al mondo».
A Pescara come vi siete trovati?
«Sono rimasto stupito dalla città e dall’affetto dei pescaresi. Sulla tifoseria non avevo dubbi, anche perché la conoscevo già da quando vidi anni fa gli ultrà del Pescara all’opera al Bentegodi».
Cioè?
«Io sono cresciuto nell’Hellas Verona e nel campionato 2011-2012, quello che il Delfino vinse con Zeman, ero a bordocampo in tutte le partite. Facevo le giovanili e la domenica andavo allo stadio a fare il raccattapalle. Ricordo benissimo quella partita che il Pescara vinse se non sbaglio 2-1, era la prima di campionato».
Studiava già i difensori di quel Pescara zemaniano?
«No, studiavo Verratti. All’epoca ero un centrocampista e adoravo vedere le sue giocate».
Tifoso del Verona?
«Sono tifoso della Roma. Una passione che ho fin da bambino, il mio idolo è sempre stato Francesco Totti».
Lei, quindi, è un centrocampista prestato alla difesa?
«Nasco metodista, poi dopo la Primavera con l’Hellas sono andato a giocare in serie D, all’Imolese, e ho cambiato ruolo. Devo dire che è stato un cambio decisivo per la mia carriera».
Baldini resterà il prossimo anno?
«Deve restare, è diverso».
Perentorio.
«Sì, perché lui ci ha detto più di una volta che, se ci crediamo, con questa maglia possiamo arrivare anche in serie A».
Altra promozione all’orizzonte?
«A me piacerebbe giocare con questa squadra e con Baldini allenatore in serie A».
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