D’Amico: «Tagli e sprechi, i danni dei grandi eventi»

1 Settembre 2025

Il consigliere di opposizione: «Cresce troppo poco il turismo delle feste e del Napoli. L’Abruzzo è sest’ultimo nei tassi di recupero delle presenze dopo il 2020 del Covid»

PESCARA. «I grandi eventi sono tanto facili da organizzare – basta pagare – quanto irrilevanti nel promuovere il turismo regionale». Il consigliere regionale di opposizione Luciano D’Amico è certo: «Il modello di promozione turistica applicato dall’attuale governo regionale di centrodestra focalizzato sui cosiddetti grandi eventi – il ritiro del Napoli calcio, la Notte dei Serpenti, Cartoons on the bay, la partenza del Giro d’Italia, festival vari dal Dannunziano estivo al Dannunziano invernale, al Medioevo, alla birra – e il cui finanziamento è assai rilevante per le sofferenti casse regionali, non è efficace per la nostra regione». E di fronte al conto delle spese, nella regione della sanità con il deficit da oltre cento milioni, le tasse al rialzo e i tagli per coprire questo buco, D’Amico dice: «Come abruzzese mi sento un po’ preso in giro».

«NUMERI DELUDENTI» – Secondo il consigliere del Patto per l’Abruzzo, «i grandi eventi non funzionano». E per dimostrare la sua tesi, D’Amico riavvolge il nastro fino al 2020, l’anno dell’emergenza Covid, e passa in rassegna i dati del turismo che, secondo lui, sono «deludenti» mentre per il centrodestra di governo sono «incredibili e formidabili»: mentre il centrodestra celebra l’inaugurazione del Festival Dannunziano e aspetta il 9 settembre per la messa in onda su RaiDue della Notte dei Serpenti organizzata a Pescara lo scorso 20 luglio, D’Amico dice: «Il governo regionale per giustificare le proprie scelte presenta valori estrapolati dal contesto e ogni anno annuncia un nuovo record, ma la realtà è molto diversa», dice D’Amico, «così, nel 2021 viene annunciato un “incredibile” recupero nelle presenze (+ 29,53%), ma si omette di dire che l’Abruzzo è quart’ultimo tra le regioni italiane per la ripresa preceduto, ad esempio, dalla Sardegna (+68,20%), dalla Lombardia (+61,76%), dal Veneto (+ 55,85%), e più in generale l’Italia fa registrare un + 38,73%, valore di gran lunga superiore a quello abruzzese.

Analogamente nel 2022, quando viene annunciato un altrettanto “formidabile” recupero con un +22,93% di presenze, tralasciando di dire che l’Italia registra un +42,48% e la nostra Regione, quint’ultima, è preceduta e ben distanziata dal Lazio (+177,83%), dalla Valle d’Aosta (+75,75%), dalla Campania (+65,74%)». Lo stesso fenomeno, secondo D’Amico, «si ripete nel 2023, con un incremento di presenze in Abruzzo pari a +6,49%, valore che viene presentato come straordinaria dimostrazione della bontà delle politiche regionali, ma al solito si omette di dire che il valore medio nazionale registra un incremento superiore pari al +8,53% e la nostra regione, sempre collocata nella seconda metà della graduatoria, viene anche dal Molise (+19,15%), dalla Campania (+16,59%). Da ultimo il 2024, anno in cui l’Abruzzo ha registrato un altro recupero pari al +5,46% che finalmente, per la prima volta, è superiore, seppure di poco, al dato medio nazionale (+4,25%), ma ancora ben lontano dal risultato del Lazio (+13,18%), della Sardegna (+9,93%), della Lombardia (+7,98%)».

RISULTATI CONTESTATI – Se questi sono i dati, osserva D’Amico, la crescita turistica dell’Abruzzo è scarsa: «Se considerassimo il periodo 2020-2024, anni nel corso dei quali si è pienamente dispiegata la costosa strategia dei grandi eventi, l’Abruzzo è sest’ultimo nei tassi di recupero delle presenze rispetto all’anno nero Covid 2020, registrando un modesto +78,83% rispetto a un dato medio nazionale pari a +123,60%. Considerando l’enorme patrimonio naturalistico, architettonico, culturale, e non tralasciando l’offerta dei prodotti eno-gastronomici di prim’ordine e tutti gli altri tesori regionali, perché i risultati del turismo in Abruzzo sono così deludenti? Appare evidente», dice ancora, «la mancanza di una strategia organica di sviluppo, mancanza che si cerca di coprire con i cosiddetti Grandi eventi».

PUBBLICITA’ PER LA POLITICA – D’Amico contesta il ritorno di immagine dei grandi eventi e sostiene che non ricade sull’Abruzzo ma soltanto sul committente e cioè sulla politica: «La pubblicità che viene promossa con questi dispendiosi momenti ludici, è la cosiddetta pubblicità istituzionale, ossia quella pubblicità che non è finalizzata alla promozione di prodotti specifici, ma mira a rafforzare l’immagine dell’azienda/ente che la realizza, ovvero a trasmettere valori che caratterizzano l’azione del committente. Perché funzioni, la pubblicità istituzionale ha bisogno di una già diffusa conoscenza del brand e di una chiara individuazione dei valori da promuovere: cosa intende promuovere la Regione Abruzzo con la Notte dei Serpenti? E il ritiro del Napoli Calcio quali valori veicola? Quale anima della Regione viene promossa? La Regione verde d’Europa? La Regione della costa e delle vacanze marine? La Regione dei cammini religiosi? La Regione delle tradizioni eno-gastronomiche? E si potrebbe continuare».

NAPOLI IN RITIRO – D’Amico fa i conti al ritiro del Napoli: «Nel periodo 2018-2024 le presenze turistiche a Castel di Sangro sono passate da 77.463 a 106.555, con un incremento pari al +37,56% (+29.092 presenze), ma nello stesso periodo le presenze turistiche nella provincia dell’Aquila sono passate da 919.851 a 1.316.146 con un incremento pari al +43,08%: non è che il ritiro del Napoli calcio a Castel di Sangro», si chiede il consigliere, «disincentiva il flusso turistico? Nello stesso periodo le presenze turistiche in Abruzzo sono passate da 6,33 milioni a 7,18 milioni con un incremento del 13,28%; sicché, depurando l’incremento registrato a Castel di Sangro almeno del valore medio regionale (se applicassimo il valore provinciale si otterrebbe un risultato negativo!), si ottiene un incremento al di fuori della media pari al solo +24,28%, ossia stimabile in circa 18.800 maggiori presenze».

E allora la domanda di D’Amico è questa: è giustificata la spesa di circa 1,5 milioni per anno (considerando tutti gli oneri accessori) per avere un incremento di 18.800 presenze circa in una Regione che conta ben 7.176.204 presenze turistiche complessive (dati Istat 2024)? E ai Comuni della costa teramana che attraggono 3.276.361 presenze turistiche cosa dovremmo destinare? I dati esposti peccano per Castel di Sangro di ottimismo: ciò appare chiaro guardando i numeri delle presenze mensili. Sempre dal sito Istat emerge che le presenze a Castel di Sangro nel mese di agosto 2022 sono state pari a 13.209, cresciute a 20.486 nel mese di agosto 2024: escludendo l’ipotesi che i turisti frequentino la cittadina nei mesi di gennaio o novembre o aprile per il Napoli calcio, l’effetto del ritiro», conclude D’Amico, «è dunque quello di provocare 7.277 presenze in più?».

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