Di Sante: la riforma dei confidi ci danneggia

Confcommercio alla Regione: la legge farà chiudere le piccole cooperative di garanzia

TERAMO.«Il Patto per lo sviluppo va riformato ma non abbandonato. La legge regionale sui confidi va modificata. E' urgente il ricorso della Regione alla Corte costituzionale sulla contro la liberallizzazione degli orari dei negozi». E' quanto afferma la Confcommercio regionale che si è riunita, venerdì scorso a Teramo, sotto la presidenza di Giandomenico Di Sante.

L'associazione regionale dei commercianti «condivide in pieno le ragioni che hanno portato Cna, Confesercenti e Confartigianato all'autosospensione dal Patto per lo sviluppo, anche se ritiene che le battaglie vanno combattute possibilmente dall'interno e non dall'esterno».

«E' auspicabile quindi», prosegue Confcommercio, «che sia ascoltato l'appello dei sindacati affinché le citate organizzazioni datoriali rientrino al più presto nel Patto per lo sviluppo, mentre la giunta regionale si impegni a concertare con le parti sociali i provvedimenti più importanti, come, ad esempio, il bilancio, approvato il 30 dicembre scorso senza confronto e senza misure significative di sostegno alle attività produttive».

Confcommercio, avrebbe voluto «confrontarsi "nel Patto" sulla legge regionale in materia di confidi, prima dell'approvazione del relativo regolamento, avvenuto il 29 dicembre scorso, che rende operativo il provvedimento legislativo».

«Abbiamo più volte chiesto, senza essere ascoltati e con scarsa sensibilità sociale e democratica, la modifica alla citata legge», prosegue Confcommercio, «nata senza recepire le indicazioni della maggior parte degli organismi interessati». La legge di sui confidi, secondo l'associazione, «determinerà le condizioni per la morte delle piccole e medie cooperative di garanzia, ivi comprese tutte quelle di Abruzzo Confcommercio, che hanno operato bene da decenni sul territorio, conoscendo a fondo le esigenze dei singoli associati».

«Non si capisce perché», continua l'associazione, «nel campo bancario e in altri organismi per i servizi coesistono strutture grandi, medie, piccole e micro, mentre il campo dei confidi debba essere riservato solo alle grandi strutture. Siamo stati da sempre favorevoli alla promozione di accorpamenti ed alla nascita di cooperative di garanzia di notevole consistenza, ma è assolutamente incomprensibile, e riteniamo anche dannoso, il volere ignorare che in tutti i campi dell'attività imprenditoriale associativa è di grande utilità il pluralismo».

«Le piccole e medie cooperative, infatti, dovrebbero rimanere sul territorio», prosegue Confcommercio, «sapendo interpretare, in termini ottimali e risolutivi, le esigenze di micro e piccole aziende con le quali sono capaci di intrattenere rapporti complessivi di ascolto, di vicinanza, di consulenza e di sostegno. Secondo la Confcommercio, sarebbe stato giusto incentivare la fusione dei confidi con agevolazioni finanziarie, «ma lasciando in essere i contributi in garanzia e in conto-interessi per tutte le altre cooperative in proporzione ai soci aderenti a ciascuna di esse».

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