Diabete, così l’informatica può aiutare il paziente

3 Maggio 2014

Vitacolonna: «Dobbiamo far dialogare lo specialista con il medico di base La prevenzione? Va fatta con giudizio, rispettando le caratteristiche personali»

CHIETI. Un'assistenza integrata e a totale beneficio del paziente nella gestione delle cronicità, e perfettamente sostenibile dal punto di vista dei costi. Su questa linea si è svolto alcuni giorni fa il meeting alla D'Annunzio sulla gestione delle cronicità, coordinato dalla dottoressa Ester Vitacolonna, professore universitario a Chieti nella facoltà di Medicina. Al convegno alla D'Annunzio si è parlato della gestione della patologia del diabete come modello trasferibile ad altre patologie croniche. Il metodo analizzato dalla D'Annunzio prende il nome di sistema Igea (Integrazione Gestione e Assistenza al Diabete).

Professoressa Vitacolonna, che vuol dire “gestione integrata”?

«La gestione integrata dell'assistenza presuppone che i professionisti interessati alla patologia del paziente, quindi il medico di base e lo specialista, integrino la propria professionalità facendo rete per il migliore percorso assistenziale possibile. Per rendere questo metodo applicabile stiamo via via migliorando la formazione di specialisti e generalisti, contribuendo a creare anche un supporto tecnologico per lo scambio dei dati».

Che cosa vuol dire questo per il paziente?

«I nuovi strumenti consentono ad esempio che, previo consenso informato firmato dal paziente, la cartella diabetologica possa colloquiare con le tante cartelle del medico generalista, cioè essere accessibile attraverso una piattaforma informatica. La gestione integrata prevede infatti un ruolo specifico del paziente, attivo nel piano di cura».

Facciamo l'esempio di un paziente affetto da diabete. Con la gestione integrata come verrebbe trattata la sua patologia?

«Paziente, medico di base e specialista hanno ognuno un ruolo specifico in base al tipo di patologia. In una nuova diagnosi è il medico di base che invia il paziente allo specialista, ma con una patologia stabilizzata e senza complicanze il paziente viene seguito vicino casa sua e si reca magari una volta l'anno nel centro specialistico, perché i dati in possesso del medico generalista comunicano con quelli dello specialista».

Il team da lei coordinato ha realizzato un web game in sperimentazione nelle scuole finalizzato alla prevenzione del diabete. Di che si tratta?

«Il web game si chiama “Gustavo nel pianeta Gnam”, ed è stato il risultato di un vero e proprio lavoro di squadra. Il video gioco è stato utilizzato negli Istituti scolastici da oltre 150 giovani ed ha mostrato di essere efficace nel migliorare le conoscenze sulla corretta alimentazione e sullo stile di vita salutare. Attualmente il video game è in corso utilizzato in ambito preventivo in collaborazione con gli esperti della Clinica Pediatrica diretta dal professor Franco Chiarelli per testarne tutte le potenzialità».

Prevenzione nei più giovani anche attraverso il gioco, ma negli adulti quali sono i comportamenti da adottare per prevenire il diabete?

«Credo che sia difficile e sbagliato dare regole valide per tutti, perché anche la prevenzione deve essere calata sulla singola persona, oltre i luoghi comuni che tutti conosciamo di vita non sedentaria e alimentazione piena di frutta e verdura. Io credo che ognuno di noi nel proprio percorso di prevenzione debba avere presente ogni giorno un personale obiettivo di salute, che costi meno sacrificio possibile e soprattutto che sia praticabile. Se sappiamo che la nostra alimentazione è carente di verdure e di ortaggi, iniziamo a scegliere, per un pasto al giorno una verdura o un ortaggio a noi gradito e inseriamolo nell'alimentazione. Dobbiamo avere come obiettivi ostacoli non insormontabili, ma il più possibile vicini alle nostre abitudini. Anche per quanto riguarda l'attività fisica vale lo stesso discorso. Potenziamo quella non strutturata».

Ossia?

«Usiamo il meno possibile il telecomando, l'ascensore, lasciamo l'autovettura un po' più lontano del solito per raggiungere il posto di lavoro. Sul portale tuttisani.it vi sono una serie di consigli su questo argomento. In questo modo, senza forzature e un poco per volta, il cambiamento di stile di vita diventa semplice».

©RIPRODUZIONE RISERVATA