Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa durante un sopralluogo sulla discarica

LA STORIA INFINITA

Discariche Bussi, i giudici bocciano il ministero: "Sviamento di potere e subito la bonifica"

Il Tar Lazio dichiara illegittimo l'annullamento dell'appalto da 40 milioni accogliendo il ricorso di Regione, Arta, Comune di Bussi e ditta aggiudicataria. Immediate le reazioni, accuse al ministro Costa. La replica del ministero

PESCARA. Il ministero dell'Ambiente deve bonificare le aree delle discariche a nord dello stabilimento ex Montedison di Bussi, ha il dovere di procedere alla loro rimozione e ha l'obbligo di ripristinare la salubrità dei luoghi a tutela di un territorio e dell'intera regione: è il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri a sintetizzare la valenza della sentenza con la quale il Tar (tribunale amministrativo) del Lazio ha dichiarato illegittimo l'annullamento con cui il Ministero dell'Ambiente aveva azzerato la gara di appalto, da lui stesso aggiudicata anni prima, per la bonifica del sito dei veleni ex Montedison di Bussi. Lavori per 40 milioni di euro che avrebbero permesso la bonifica rapida delle discariche 2A e 2B a Bussi da oltre 100.000 mc di rifiuti.

Ora il Tar ha accolto i ricorsi di Regione Abruzzo, Arta Abruzzo, Comune di Bussi e dell'aggiudicataria DEC-Deme, con una decisione che si conclude con la condanna dello Stato a 15mila euro di spese di lite. I giudici amministrativi parlano di «sviamento di potere» per qualificare la condotta del Ministero.

leggi anche: Bussi, commissione d’inchiesta sulla discarica  La proposta di Giovanni Legnini: «La Regione deve vigilare sulla salute dei cittadini e sull’ambiente»

«Quell'intervento andava eseguito e quell'appalto non andava annullato, punto - prosegue Sospiri -, bastano questi due elementi, sacramentati dal Tar, per raccontare l'epilogo di una vicenda lunga, dolorosa, in termini di salute pubblica e di spese a carico della collettività, e fatta di carte, ingegneria legale e documenti che spesso hanno avuto solo il compito di ritardare, procrastinare o impedire un intervento urgente e necessario».

I GIUDICI. Nella sentenza si legge che: «L'esigenza della rapidità nella conclusione dell'iter amministrativo propedeutico alla bonifica di un sito cosi dannoso per l'ambiente non pare aver caratterizzato l'operato del Ministero nella vicenda di specie per la bonifica del sito dei veleni ex Montedison di Bussi...». Per i giudici «non appaiono affatto condivisibili le considerazioni della difesa erariale in ordine al maggior costo di tale procedimento di bonifica». Quanto alla presunta impossibililtà di recuperare le somme della bonifica successivamente a carico di Edison, per il Tar invece «non sono state provate in giudizio fondate ragioni di impedimento alla possibilità di recuperare comunque quanto si andrà a spendere a tal fine, in danno della stessa responsabile, per la parte da questa non eseguita spontaneamente».

IL FORUM H2O. «Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa chieda scusa e rifletta anche sul suo operato e se è in grado di governare adeguatamente la sua struttura ministeriale. Nonostante gli appelli e le puntuali segnalazioni che avevamo fatto, evidenziando tutte le lacune dell'attività ministeriali, ha deciso consapevolmente di difendere gli errori dei suoi dirigenti e non l'ambiente e la salute dei cittadini», commenta il Forum H2O.

RIFONDAZIONE. «Il Tar ha fortunatamente bocciato il ministro Costa che ha dimostrato incompetenza e protervia. Invece di ascoltare il Comune di Bussi, gli altri enti territoriali e gli ambientalisti, ha dato retta ai suoi dirigenti. Lo hanno aiutato a sbagliare i cinquestelle abruzzesi, o almeno la consigliera Sara Marcozzi, che si è schierata in difesa del ministro. Ora il ministro la smetta e ascolti chi sul territorio fa da tanti anni battaglie ambientaliste. Non faccia perdere altro tempo a una comunità che esige bonifica», scrivono Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Corrado Di Sante, segretario provinciale Rifondazione Comunista - Sinistra Europea.

REPLICA DEL MINISTERO. «Nei prossimi giorni il ministero valuterà l'ipotesi di un ricorso al Consiglio di Stato avverso alla sentenza del Tar su Bussi. Nel frattempo, voglio ricordare al presidente Marsilio che il ricorso si riferiva ad una gara annullata ma, come egli sa benissimo, sul sito di Bussi sta già operando il gruppo Edison, attualmente individuato come responsabile della contaminazione». Così in una nota il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Morassut. «Le attività per la bonifica del sito di Bussi sul Tirino - continua Morassut - sono dunque in corso, e questa credo sia la questione principale per l'interesse dei cittadini e delle istituzioni, non certo il successo o meno di un ricorrente privato nell'ambito di un ricorso». «Quanto alla collaborazione istituzionale che il Presidente giustamente invoca - aggiunge Morassut - ricordo che da mesi il Ministero dell'Ambiente ha formalmente chiesto alla regione Abruzzo di individuare il sito alternativo (all'interno del Sin di Bussi) sul quale impiegare le somme pari a circa 50 milioni di euro relative alla gara annullata e recuperate in contabilità speciale. Mi auguro che a prescindere dalle fortune dei ricorsi dei privati le istituzioni collaborino per portare avanti il risanamento del sito di Bussi».