<strong>Operazione Spiderman. </strong>L’addetto al ricevimento del pattume nella discarica di Lanciano interrogato per un’ora dal giudice Del Villano

«Ecco come i rifiuti entravano a Cerratina»

Giangiordano al Gip: qualche volta si può sbagliare, ma io col traffico illecito non c’entro

LANCIANO. Per un’ora ha risposto alle domande del Gip. Nel suo ruolo di “sentinella” della discarica, ha spiegato come riceveva i rifiuti e l’influenza esercita sull’impianto dalla ditta Di Florio. Ha ammesso che qualche volta si sbaglia, ma non per questo si è delinquenti.
C’era attesa ieri nella Procura di Lanciano per l’interrogatorio di Fiorentino Giangiordano, 58 anni, di Roccascalegna, da parte del Gip, Francesca Del Villano Aceto. L’uomo è agli arresti domiciliari nell’inchiesta Spiderman sul presunto traffico e smaltimento illecito di rifiuti speciali senza che fossero trattati. Le indagini hanno portato all’emissione di 8 ordinanze di custodia cautelare sui 14 chiesti dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi. Gli indagati sono 22.

Giangiordano è l’incaricato del ricevimento del pattume nella discarica di Cerratina, di proprietà del Consorzio comprensoriale smaltimento rifiuti, di cui sono soci 56 Comuni, e gestita dalla società Ecologica Sangro. Dagli accertamenti degli inquirenti emerge come la Di Florio, nel triennio 2007-2009, abbia smaltito a Cerratina 25.902 tonnellate di materiali ferrosi (indicati con codice Cer 191212), per i quali ha ottenuto illecitamente la riduzione dell’ecotassa dalla Regione. Secondo gli investigatori Giangiordano, chiamato amichevolmente “Fiore” da Giorgio Di Florio, titolare della società Di Florio, era consapevole di partecipare al traffico illecito di rifiuti, proprio per il ruolo di “sentinella” che aveva nell’impianto, anche se in alcune conversazioni telefoniche ha contestato alla ditta come alcuni rifiuti non fossero conformi a quelli che potevano essere smaltiti.

In particolare perché molto di quel pattume non era triturato. Nonostante alcune rilievi, però, dai riscontri non risulta che “Fiore” abbia respinto un solo carico. Tant’è che non risultano regolari annotazioni sul formulario di identificazione dei rifiuti (Fir).
Sono due le intercettazoni telefoniche che incastrano Giangiordano. La prima quanto riceve un carico di pattume non triturato fatto di bancali, fettucce e tubi interi: quel giorno - è il 25 novembre 2008 - nella discarica verranno smaltiti 15 carichi di rifiuti pari a 125,88 tonnellate. La seconda conversazione è del 4 dicembre 2008: nell’impianto entrano 20 carichi di materiale ferroso per 148,78 tonnellate.

L’avvocato di Giangiordano, Dante Fanì, del foro di Pescara, non ha voluto fare commenti sulle riposte del suo assistito al Gip. «Siamo di fronte agli interrogatori di garanzia», ha detto, «e le indagini sono solo all’inizio. E poi devo ancora vedere il fascicolo processuale. Giangiordano è dispiaciuto per quanto è accaduto anche perché si ritiene estraneo alla vicenda. E’ comunque fiducioso perché la sua posizione è stata chiarita».