Edilizia, produzione e occupati in calo

Il valore aggiunto è diminuito del 3,4%, l'occupazione è scesa dell'1,4%

PESCARA. Anche il 2010, come l'anno precedente, non è risultato positivo per le imprese edili in Abruzzo, considerando che sono calati sia il valore aggiunto, sia l'occupazione sia la produzione. A tracciare questo quadro preoccupante del comparto edile sono i dati dell'Istat, ripresi nel recente rapporto annuale del Cresa, «Economia e società in Abruzzo».

Secondo il Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali, diretto da Francesco Prosperococco, il valore aggiunto ai prezzi di base (a valori concatenati con anno di base 2000) è diminuito del 3,4% e l'occupazione dell'1,4%, dato che gli occupati sono passati da 1,935 milioni a 1,907.

La situazione difficile dell'edilizia in Abruzzo si inquadra, secondo il Cresa, in un più generale stato di sofferenza e gracilità strutturale dell'economia regionale.

«L'immagine dell'Abruzzo non è incoraggiante», si legge, infatti, nel rapporto. «La regione, che nel 2009 aveva fatto registrare una flessione del Pil (Prodotto interno lordo ndr) superiore a quella media nazionale, nel 2010 torna a crescere ad una velocità assai modesta che porta ad un allargamento del divario che la separa dalle aree più avanzate del Paese».

«La domanda interna», aggiunge il Cresa, «fa registrare un lieve incremento: aumentano gli investimenti fissi lordi; crescono, anche se in misura modesta, i consumi privati, frenati dalle preoccupazioni per la situazione economica generale del Paese, per l'andamento del mercato del lavoro e per le prospettive future; si contraggono i consumi pubblici, penalizzati principalmente da politiche di bilancio restrittive».

Quanto all'edilizia, il Cresa ricorda come l'indice della produzione nelle costruzioni, tenendo presente gli effetti del calendario, sia diminuito del 3,5%, considerando il valore medio del 2010 rispetto a quello 2009.

Secondo la stessa fonte, le stime provvisorie del costo di costruzione di un fabbricato residenziale mostrano, nel quarto trimestre 2010, un certo incremento (+2,2%) rispetto allo stesso trimestre 2009. Il medesimo indicatore, quando viene riferito alla media 2010, è aumentato dell 1,5% rispetto al 2009, una variazione risultante dalla crescita dei costi di manodopera (soprattutto relativi agli operai specializzati) e dei costi per trasporti e noli.

«A tutto ciò», si legge nel rapporto del Cresa, «si aggiunge che, nell'indagine sulla fiducia delle imprese di costruzione l'Istat afferma che nel dicembre 2010 l'indice destagionalizzato del clima di fiducia (base 2005 = 100) è sceso a 79,9 con un particolare peggioramento delle attese sull'occupazione e dei giudizi relativi a ordini e/o piani di costruzione».

Riguardo all'Abruzzo, l'istituto di studi economico-sociali, Prometeia, ha stimato un calo del valore aggiunto (-1,7%) lievemente migliore di quello registrato in Italia. Esso ha coinvolto tutte le province ad eccezione di quella pescarese, l'unica in crescita (+1,8%). La diminuzione è stata più consistente, sebbene in miglioramento rispetto all'anno precedente (il 2009), nella provincia di Teramo (-4,2%) e più lieve in quelle di Chieti (-2,0%) e dell'Aquila (-2,3%).

Riguardo al mercato del lavoro i dati delle Casse Edili regionali, forniti dall'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) riportano un calo degli iscritti e un e un parallelo forte aumento delle ore di cassa integrazione guadagni.

«In particolare», spiega il Cresa, «nella regione sono diminuiti gli operai attivi (-4,2%) e la massa salari (-3,5%), mentre sono aumentate le ore lavorate (+2,0%). Tra le province emerge solo quella dell Aquila che mostra tutti andamenti positivi (massa salari: +31,5%; operai attivi: +4,9%; ore lavorate: +29,7%) per evidente effetto dell opera di ricostruzione».

Se si considerano i dati forniti da Movimprese, si nota che nel corso del 2010 l'Abruzzo ha visto aumentare il numero di imprese edili attive del 3,3%, risultato migliore di quello nazionale (+0,3%) e derivante dall'andamento particolarmente positivo ottenuto dalla provincia dell'Aquila (+7,5%) sebbene anche le altre mostrino tutte valori in aumento (Pescara: +3,0%; Chieti: +1,8%; Teramo: +1,2%).

«Se si tiene conto delle nuove imprese iscritte nel Registro delle Camere di Commercio», spiega ancora il rapporto del Cresa, «si evidenzia una situazione particolare: mentre a livello nazionale le imprese iscritte sono diminuite (2,0%) in Abruzzo esse hanno subito un sensibile aumento (+8,1%) legato principalmente ai valori particolarmente positivi delle province di Teramo (+12,3%) e L'Aquila (+11,9%)».

L'Ance, conclude il Cresa, afferma che «nella regione prosegue un periodo di crisi caratterizzato dal calo della produzione di nuove abitazioni con forte crescita dell invenduto e dalla riduzione degli investimenti non residenziali privati».

«Solo nel comparto della riqualificazione degli immobili residenziali», si legge ancora nel rapporto, «è stata registrata una lieve crescita dei volumi produttivi, legata alla previsione normativa di agevolazioni fiscali per l'esecuzione degli interventi di recupero».

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