Fas, la Regione manca l'obiettivo

Il Cipe ritiene insufficiente la modifica approvata dalla giunta

PESCARA. «Quando lavoriamo insieme e facciamo squadra, otteniamo dei risultati, tanto più se facendo squadra troviamo un interlocutore nel governo centrale». Chi parla non è Gianni Chiodi. Chi parla è il governatore della Puglia Nichi Vendola che ieri ha scritto ai colleghi governatori del Mezzogiorno per commentare lo sblocco di 7,4 miliardi di Fas per il Piano del Sud deciso dal Cipe mercoledì scorso e dal quale l'Abruzzo è escluso. Vendola ha trovato parole di stima anche per il ministero Raffaele Fitto, suo predecessore sullo scranno della Regione («È stato un buon interlocutore nel governo centrale»).

Ma all'Abruzzo fare squadra riesce difficile. Non lo fa il centrodestra col centrosinistra. Non lo fa, o lo fa a fatica, il centrodestra con il suo governatore: la vecchia politica dei blocchi può arrivare a mortificare la nuova politica dei territori.

Con i Fas è andata così. Ma solo in parte. Perché quando si parla di finanziamenti non si parla solo di capacità di intervento o di lobbing su Roma. Chiodi ha minimizzato la decisione del Cipe (peraltro nota da mesi nelle linee essenziali, cioè nell'esclusione dell'Abruzzo dal Piano per il Sud) e ha invitato a rimandare ogni commento a settembre, quando i Fas regionali, dice il governatore, saranno messi a disposizione delle Regioni. Tancredi, ha sentito Fitto mercoledì sera. Il ministro gli ha assicurato lo sblocco a fine agosto.

Sembra però che per la Regione gli esami non siano finiti. Voci interne al Cipe parlano di un piano dei Fas abruzzesi che non funziona. O meglio, che continua a non funzionare. Solo poche settimane fa la giunta regionale ha approvato, su richiesta del Cipe, la terza rimodulazione dei Fas (tra l'altro facendo irritare le parti sociali firmatarie del Patto per l'Abruzzo). Ma pare che anche questa volta non sia stato centrato l'obiettivo. La giunta ha scelto di utilizzare parte dei Fas come bancomat per le emergenze che crea un bilancio regionale cronicamente deficitario. La stessa tecnica di Tremonti, che ha usato 4 miliardi di fondi Fas, sottratti alle Regioni (un centinaio di milioni all'Abruzzo), per usarli come ammortizzatori sociali. Ma per il Cipe non è così che deve funzionare il Fondo per le aree sottolutilizzate. Il comitato chiede poche e incisive scelte strategiche. La Regione sembra che non abbia ancora dato risposte esaurienti. Dobbiamo attenderci dunque una quarta rimodulazione?

Nel frattempo la polemica è tutto per il Piano per il Sud e per il Piano delle infrastrutture, dai quali l'Abruzzo è stato sempre fuori, e per i 12 milioni che l'Abruzzo ha invece strappato per i campionati del mondo di sci a Roccaraso. Il Pd Camillo D'Alessandro sottolinea che si tratta di briciole. «Certamente i mondiali possono rappresentare una vetrina per l'Abruzzo e dare un po' di sollievo a tutto l'indotto, ma ci assumiamo la responsabilità di affermare che venivano dopo. Prima, venivano tutte le misure necessarie per la riattivazione economica dell'intera regione».

Il senatore dell'Italia dei Valori Alfonso Mascitelli chiede a questo punto che si mobilitino tutti e 21 i parlamentari della Regione. E vuole che sia finalmente Chiodi per «dovere istituzionale» a chiederlo.

«La situazione per la nostra regione è molto più critica di quanto il governatore Chiodi voglia far credere», spiega il senatore dell'Idv. «Non si tratta di far passare semplicemente la breve pausa estiva per poter riprendere il dialogo con il governo centrale e pensare poi di ottenere chissà cosa. L'esclusione dell'Abruzzo dalla delibera Cipe del 3 agosto fa slittare, a voler essere ottimisti, un recupero della nostra regione solo con l'anno prossimo e a condizione che vi sia una modifica sostanziale dei contenuti della programmazione economico-finanziaria del Governo».

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