Mauro Febbo e Fabrizio Di Stefano

CHIETI

Febbo ai leghisti: «Voi non riuscirete a farmi cacciare» 

L’assessore sott’accusa per la sconfitta incalza D’Eramo «Un vero leader non impone candidati sbagliati agli altri»

CHIETI. Nel centrodestra regionale siamo alla resa dei conti. La Lega è sotto choc. Chiede subito la testa di Mauro Febbo.
Lo accusa di aver spianato a Chieti la strada al centrosinistra di Diego Ferrara, che ha centrato una vittoria insperata per non dire epocale, con effetti politici a catena su tutta la regione. Ma è stato davvero Febbo a condannare Fabrizio Di Stefano alla più umiliante delle sconfitte? Sì, è colpa sua, tuona la Lega che lo vuole fuori dalla giunta di Marsilio. Oggi sarà sferrato l’attacco. Ma l’assessore forzista, nel giorno del suo compleanno, non ci sta a rimanere con il cerino in mano, anzi con la candelina.
Gioca d’anticipo sui leghisti e, già alla prima domanda, secca e soprattutto fatta a caldo, risponde per telefono con una risata sonora. Quasi liberatoria.
Assessore Mauro Febbo, come risponde alla Lega e a Di Stefano che le attribuiscono la colpa della loro sconfitta?
«Ahahahah... Sono io che voglio spiegare a Luigi D’Eramo che un leader, un vero leader, sa sempre trovare l’unità. Ma se imponi candidati sbagliati e spacchi l’unità non puoi vincere. I leader devono essere bravi a riunire, ma non è accaduto. Questo è stato il vero problema e il motivo della doppia sconfitta non solo a Chieti ma anche ad Avezzano».
Ora però si aspetta reazioni contro di lei a livello regionale. Mi riferisco alla possibilità che la Lega si vendichi e chieda al governatore Marsilio di toglierle le deleghe di assessore alle Attività produttive, al Turismo e alla Cultura?
«Possono provarci ma sinceramente non penso che abbiano i numeri per farlo».
Si spieghi meglio. Significa che la Lega, azionista di maggioranza in Regione, non è in grado di imporre la propria legge?
«Ribadisco che non hanno i numeri per farmi cacciare. Oggi infatti siamo 17 della maggioranza e 14 dell’opposizione. Passeremmo quindi a 16 contro 15. Ma la invito a fare questa previsione: secondo lei è possibile che Lorenzo Sospiri e il sottosegretario Umberto D’Annuntiis (entrambi di Forza Italia, ndr) siano poi contenti che mi hanno fatto fuori? Secondo me non lo saranno mai. Se i leghisti ne sono invece convinti che lo facciano! Sì, mi aspetto da loro una reazione sconsiderata ma sono anche sicuro che poi ci rifletteranno e ritroveranno la tranquillità».
Che cosa aveva detto alla Lega prima della rottura?
«Semplicemente avevo spiegato che il candidato sindaco non andava bene. E avevo fatto un altro nome, ma non mi hanno voluto ascoltare. È solo questo il vero problema venuto a galla al ballottaggio dove la sfida è solo tra candidati sindaci e non ci sono più i voti dei consiglieri, soprattutto di quelli forti. Il risultato del ballottaggio mi ha dato ragione perché a Chieti la gente era arrabbiata con gli uscenti. Io lo dicevo che sarebbe finita così, come è accaduto anche a Lanciano. Ma non mi hanno ascoltato».

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