Febbo: sono contrario al Parco della costa teatina

Intervista all’assessore: "No al Parco, meglio il Comprensorio turistico. Divisioni fra i sindaci? Solo chiacchiere"

PESCARA. Sostiene che farà di tutto per evitare il commissariamento del nuovo ente Parco della Costa teatina, che gli ambientalisti vorrebbero denominare "dei Trabocchi". Anche perché, secondo lui, non c'è alcuna divisione fra i sindaci dei comuni coinvolti nella perimetrazione, in quanto chi si è dichiarato favorevole «lo ha fatto solo a chiacchiere».

L'assessore regionale Mauro Febbo (Pdl) oltre ad avere la delega all'Agricoltura è presidente del tavolo di coordinamento formato dagli amministratori locali (c'è anche la Provincia di Chieti) che martedì incontra i tecnici del ministero dell'Ambiente per cominciare a scrivere i confini del Parco - 140 chilometri da Ortona a San Salvo, 74mila ettari - che, comunque vada, verrà istituito per legge il 30 settembre.

Ognuno difende i propri interessi. Da una parte cacciatori, agricoltori, costruttori e un gruppo di amministratori; dall'altra i piccoli produttori biologici e imprenditori del turismo, gli altri amministratori e la Costituente del Parco che ha cercato di far da cerniera proponendo un progetto di sviluppo della futura riserva con l'agricoltura sostenibile.

Febbo, che ha il compito politico di mediare e fare da tramite con Roma, fa il punto della situazione e anticipa le sue mosse in questa intervista.

Assessore, che cosa pensa della divisione fra i sindaci sulla perimetrazione del Parco?
«Penso che non c'è alcuna divisione tra i sindaci poiché si dichiarano favorevoli solo a chiacchiere. Non è sufficiente dichiarare un semplice sì o no. I sindaci che dichiarano di essere a favore dell istituzione dell'Ente Parco abbiano il coraggio e la coerenza di confermare le loro intenzioni attraverso atti ufficiali e formali necessari che sono, lo ribadisco per l'ennesima volta, la delibera di adesione approvata dal consiglio comunale e soprattutto le indicazioni inerenti la perimetrazione. Si tratta di atti ufficiali indispensabili che sono stati sollecitati in più occasioni sia dalla Direzione politiche agricole sia dal ministero dell'Ambiente».

Ma, secondo lei, il Parco porta più benefici o svantaggi?
«La Regione Abruzzo da oltre un decennio, ha individuato questa fascia costiera come area soggetta a vincolo idrogeologico e meritevole di valorizzazione ambientalistica nella redazione del Piano regionale paesistico. Si tratta di un territorio densamente abitato che esprime problematiche complesse e sostanzialmente diverse da quelle esistenti nei parchi delle zone montane, in larga parte costituite da vaste aree boschive, con insediamenti circoscritti. E su questi aspetti e sui vantaggi che ne derivano bisogna discuterne e lavorarci. Agli inizi di agosto ho coinvolto i parlamentari del Pdl chiedendo loro che il ministero dell'Ambiente producesse uno studio scientifico sulle biodiversità da proteggere in un territorio così vasto, 7 volte le dimensioni e 22 volte la popolazione del Parco delle Cinque Terre, e altamente antropizzato dove ricadono le maggiori attività commerciali, agricole, industriali e turistiche dell Abruzzo».

Ambientalisti, Costituente, associazioni sostengono che i contrari al parco sono in qualche modo manovrati, imbeccati, da lei e dal senatore Di Stefano, che è di Tollo: che cosa risponde?
«Miopia politica. Da assessore regionale e da presidente del Tavolo di coordinamento mi sono assunto sin dall'inizio la responsabilità di ascoltare tutte le parti coinvolte. E se l'arretramento della ferrovia poteva scatenare pericolosi appetiti speculativi, difficilmente frenabili, è evidente che il Parco acquista anche una efficace funzione di salvaguardia contro la cementificazione e di controllo del territorio».

Non crede che, come si fa da tempo al Nord o lungo la costa ligure, che il marchio del Parco possa dare prestigio e promozione ai prodotti agricoli, al turismo, al sistema in generale di quella zona?
«Le strategie della Direzione politiche agricole per quanto riguarda la promozione sono ben delineate. Ci siamo attivati per l'istituzione del Marchio Abruzzo, il cui disegno di legge è stato deliberato in giunta regionale proprio nel mese di agosto dopo diversi incontri anche con l'Unione Europea. La valorizzazione della costa deve rientrare in un progetto di ampio respiro che punti al rilancio del nostro patrimonio naturalistico, artistico, culturale ed enogastronomico».

In alternativa al Parco, lungo la costa teatina che cosa c'è o si può realizzare?
«Io sono sempre stato contrario all'istituzione dell'Ente Parco ma sono pienamente favorevole al progetto della Provincia di Chieti relativo al Comprensorio turistico della Costa dei Trabocchi sul quale c'è stata un'ampia discussione e sul quale c'è anche piena convergenza da parte della Regione. Un progetto che permette l'utilizzo dei Fondi Fas per 16 milioni, che possono diventare anche 30, e che rappresenta una proposta seria, valida e pienamente condivisibile su cui è possibile trovare intenti comuni».

Che cosa dice ai sindaci?
«Mi spiace constatare che su un tema e un progetto così importante ci sia una classe politica capace solo di fare pura demagogia. Ribadisco che dopo l'ultimo incontro che abbiamo avuto in Provincia con gli enti locali ho notificato proprio ai sindaci la richiesta di avere la delibera del consiglio comunale sulla proposta di perimetrazione. Se non saranno formalizzati questi atti da parte dalle amministrazioni comunali, confermerò al ministro la contrarietà degli attori coinvolti all'istituzione dell'Ente Parco della Costa teatina».

E secondo lei, l'arrivo di un commissario per il Parco, avrebbe risvolti positivi?
«Farò di tutto per evitare il commissariamento che non ho mai auspicato né atteso. Infatti nella riunione di martedì si potrà chiedere una proroga dei tempi o comunque cercare una soluzione con il ministero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA