Fermo pesca di 45 giorni a partire dal 1º agosto

Pronto il calendario per le marinerie dell’Adriatico
PESCARA. E' già conto alla rovescia per il periodo di fermo pesca in Abruzzo. Le linee guida del prossimo provvedimento sono state delineate nel corso degli incontri che si sono succeduti alla Direzione generale della pesca. Ebbene per l'Abruzzo, come in generale per tutto l'Adriatico (da Trieste a Bari), il periodo di stop si profila per 45 giorni lavorativi a partire dal 1º agosto.
Il calendario, che sarà portato dalla Direzione generale della pesca in discussione nella prossima seduta della Commissione consultiva centrale convocata per domani, prevede per il mar Tirreno e lo Jonio (da Brindisi ad Imperia) 30 giorni di fermo consecutivi nel mese di ottobre.
Per le marinerie dell'Adriatico tuttavia, considerando che la loro area è quella maggiormente colpita dalla crisi, la proposta ministeriale assicura la copertura finanziaria e la cassa integrazione in deroga per gli equipaggi e contiene anche una disciplina per il periodo post-fermo che si incentra sulla limitazione, nelle 12 settimane successive al fermo pesca, a soli 3 giorni di attività settimanali.
La situazione dell'Adriatico è stata specificata e dettagliata da Luigi Giannini direttore di Federpesca. «L'esigenza di effettuare un fermo anche prolungato in Adriatico, per permettere la ripresa delle risorse ittiche, ci è sempre stata affacciata dalle marinerie interessate durante i nostri numerosi incontri dei mesi scorsi, anzi si dovrebbe anticipare quanto prima l'inizio del periodo in determinati aree dell'Adriatico», commenta, «e prevedere un'articolazione dei periodi differenziata per aree, perché le realtà dell'Adriatico sono variegate e diverse, per aree di pesca, fondali e specie bersaglio ed occorre tenerne conto per non vanificare l'intervento».
Per quel che riguarda la ripresa delle attività dopo il fermo Federpesca ritiene indispensabile l'avvio dei Comitati di gestione delle singole aree (Gsa), formati dagli operatori, oltre che dai rappresentanti della ricerca scientifica applicata alla pesca.
«Lo scopo è individuare, con il contributo diretto della categoria, forme anche innovative di gestione delle attività di cattura», riprende Giannini, «solo così è pensabile, con il coinvolgimento diretto degli operatori della pesca, di non ripetere modalità e forme gestionali dell'attività di pesca che si sono rilevate inidonee ed anzi hanno contribuito alla situazione fallimentare del comparto».
Il direttore Federpesca ci tiene a sottolineare che il giudizio sull'intero pacchetto del fermo sarà subordinato soprattutto alla circostanza che sia recepita l'esigenza di istituire e avviare a funzionamento i Comitati di gestione.
Federpesca nazionale dà un giudizio particolarmente positivo all'attività svolta dal coordinatore dell'Abruzzo Walter Squeo, soprattutto per quel le regole che la marineria si è autoimposta al fine di tutelare il patrimonio ittico.
«Bisogna sostenere e affermare che Squeo in qualità di coordinatore Federpesca Abruzzo nel corso degli anni grazie ad una gestione oculata e responsabile con il Co.Ge.Vo Abruzzo e la tutela del patrimonio ittico anche a livello ambientale ha riscosso un enorme successo in quanto l'attività di pesca è molto oculata», rimarca il direttore Giannini, Federpesca fa riferimento ai fermi volontari, alle zone chiuse e alla ricerca in mare portate avanti in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico di Teramo. «È questo il modello da adottare nei sistemi della pesca se si vuole avere la continuità del settore», è la conclusione che trae la federazione. (a.mo.)
Il calendario, che sarà portato dalla Direzione generale della pesca in discussione nella prossima seduta della Commissione consultiva centrale convocata per domani, prevede per il mar Tirreno e lo Jonio (da Brindisi ad Imperia) 30 giorni di fermo consecutivi nel mese di ottobre.
Per le marinerie dell'Adriatico tuttavia, considerando che la loro area è quella maggiormente colpita dalla crisi, la proposta ministeriale assicura la copertura finanziaria e la cassa integrazione in deroga per gli equipaggi e contiene anche una disciplina per il periodo post-fermo che si incentra sulla limitazione, nelle 12 settimane successive al fermo pesca, a soli 3 giorni di attività settimanali.
La situazione dell'Adriatico è stata specificata e dettagliata da Luigi Giannini direttore di Federpesca. «L'esigenza di effettuare un fermo anche prolungato in Adriatico, per permettere la ripresa delle risorse ittiche, ci è sempre stata affacciata dalle marinerie interessate durante i nostri numerosi incontri dei mesi scorsi, anzi si dovrebbe anticipare quanto prima l'inizio del periodo in determinati aree dell'Adriatico», commenta, «e prevedere un'articolazione dei periodi differenziata per aree, perché le realtà dell'Adriatico sono variegate e diverse, per aree di pesca, fondali e specie bersaglio ed occorre tenerne conto per non vanificare l'intervento».
Per quel che riguarda la ripresa delle attività dopo il fermo Federpesca ritiene indispensabile l'avvio dei Comitati di gestione delle singole aree (Gsa), formati dagli operatori, oltre che dai rappresentanti della ricerca scientifica applicata alla pesca.
«Lo scopo è individuare, con il contributo diretto della categoria, forme anche innovative di gestione delle attività di cattura», riprende Giannini, «solo così è pensabile, con il coinvolgimento diretto degli operatori della pesca, di non ripetere modalità e forme gestionali dell'attività di pesca che si sono rilevate inidonee ed anzi hanno contribuito alla situazione fallimentare del comparto».
Il direttore Federpesca ci tiene a sottolineare che il giudizio sull'intero pacchetto del fermo sarà subordinato soprattutto alla circostanza che sia recepita l'esigenza di istituire e avviare a funzionamento i Comitati di gestione.
Federpesca nazionale dà un giudizio particolarmente positivo all'attività svolta dal coordinatore dell'Abruzzo Walter Squeo, soprattutto per quel le regole che la marineria si è autoimposta al fine di tutelare il patrimonio ittico.
«Bisogna sostenere e affermare che Squeo in qualità di coordinatore Federpesca Abruzzo nel corso degli anni grazie ad una gestione oculata e responsabile con il Co.Ge.Vo Abruzzo e la tutela del patrimonio ittico anche a livello ambientale ha riscosso un enorme successo in quanto l'attività di pesca è molto oculata», rimarca il direttore Giannini, Federpesca fa riferimento ai fermi volontari, alle zone chiuse e alla ricerca in mare portate avanti in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico di Teramo. «È questo il modello da adottare nei sistemi della pesca se si vuole avere la continuità del settore», è la conclusione che trae la federazione. (a.mo.)
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