Fiom: «Quel verbale è un ricatto»

Operai in assemblea sul diritto di sciopero e contro i 7 sabato lavorativi
ATESSA. «Raggiro, inganno, ricatto». Non usa mezzi termini la Fiom-Cgil per definire l'atteggiamento della Sevel dopo l'incontro convocato martedì sull'aumento della produzione nel 2011 a duecentomila furgoni e la conseguente richiesta di sette sabato lavorativi.
Sabato lavorativi obbligatori fino a giugno, a fronte di 150 assunzioni per tre mesi e di 150 trasfertisti da Mirafiori. Incontro concluso con un nulla di fatto, perché i sindacati, a eccezione della Fismic, hanno rifiutato di firmare il testo del verbale.
A giudicare strana la posizione della Fiat, è anche il numero uno della Fiom, Piergiorgio Landini. «Era disponibile a mettere in campo sabati lavorativi in cambio di assunzioni», dice, «sembrava che l'accordo fosse fatto, che ci fossero 150 assunzioni ma poi all'improvviso tutto è saltato perché la Fiat ha voluto porre anche alla Sevel condizioni di limitazione del diritto di sciopero e sanzioni contro i sindacati. Questo dimostra che alla Fiat non interessa far funzionare le sue fabbriche ma sancire un comando completo e sembra che in questa fase lo sport sia tentare di escludere la Fiom».
«La Sevel cambia le carte in tavola e cerca di introdurre il modello Pomigliano e Mirafiori attraverso le clausole sanzionatorie previste in quegli accordi» denunciano i vertici sindacali in una conferenza convocata a Lanciano. «La Sevel ci ha presentato un verbale contenente condizioni incostituzionali che impongono il divieto di sciopero nei sabato lavorativi e che, in caso contrario, avrebbero sanzionato sia i sindacati firmatari dell'accordo sia i singoli lavoratori, i quali a loro volta sarebbero incorsi nei richiami previsti fino alla possibilità di licenziamento» spiega il sindacato delle tute blu Cgil.
«Non ci stiamo a un comportamento che dimostra di voler pomiglianizzare anche Sevel» attacca Marco Di Rocco, segretario Fiom di Chieti. «Siamo interessati a costruire intese per continuare a produrre veicoli commerciali, ma Fiat non deve approfittarne. Chiediamo che la Sevel faccia marcia indietro, eliminando quelle clausole vergogna che non c'entrano nulla con la trattativa, sono fuori dal contratto collettivo e ledono il diritto di sciopero». La Fiom annuncia che la propria rappresentanza di fabbrica chiederà la convocazione urgente dell'assemblea dei lavoratori per illustrare quanto accaduto nell'incontro con la direzione. Al tempo stesso si augura che gli altri sindacati non firmatari del verbale mantengano questa posizione.
«Il comportamento della Fiat è un inganno che contrasteremo e spero che a questa battaglia aderiscano anche Fim e Uilm» afferma il segretario regionale Fiom, Nicola Di Matteo. Dopo lo stop all'intesa, si attendono sviluppi. Sevel potrebbe dare per buono l'accordo firmato con la sola Fismic, chiedendo dunque l'esigibilità dei sabato lavorativi. Oppure aspettare che altri sindacati firmino il verbale o, infine, stralciare le clausole sullo sciopero come richiesto dalla Fiom.
Sabato lavorativi obbligatori fino a giugno, a fronte di 150 assunzioni per tre mesi e di 150 trasfertisti da Mirafiori. Incontro concluso con un nulla di fatto, perché i sindacati, a eccezione della Fismic, hanno rifiutato di firmare il testo del verbale.
A giudicare strana la posizione della Fiat, è anche il numero uno della Fiom, Piergiorgio Landini. «Era disponibile a mettere in campo sabati lavorativi in cambio di assunzioni», dice, «sembrava che l'accordo fosse fatto, che ci fossero 150 assunzioni ma poi all'improvviso tutto è saltato perché la Fiat ha voluto porre anche alla Sevel condizioni di limitazione del diritto di sciopero e sanzioni contro i sindacati. Questo dimostra che alla Fiat non interessa far funzionare le sue fabbriche ma sancire un comando completo e sembra che in questa fase lo sport sia tentare di escludere la Fiom».
«La Sevel cambia le carte in tavola e cerca di introdurre il modello Pomigliano e Mirafiori attraverso le clausole sanzionatorie previste in quegli accordi» denunciano i vertici sindacali in una conferenza convocata a Lanciano. «La Sevel ci ha presentato un verbale contenente condizioni incostituzionali che impongono il divieto di sciopero nei sabato lavorativi e che, in caso contrario, avrebbero sanzionato sia i sindacati firmatari dell'accordo sia i singoli lavoratori, i quali a loro volta sarebbero incorsi nei richiami previsti fino alla possibilità di licenziamento» spiega il sindacato delle tute blu Cgil.
«Non ci stiamo a un comportamento che dimostra di voler pomiglianizzare anche Sevel» attacca Marco Di Rocco, segretario Fiom di Chieti. «Siamo interessati a costruire intese per continuare a produrre veicoli commerciali, ma Fiat non deve approfittarne. Chiediamo che la Sevel faccia marcia indietro, eliminando quelle clausole vergogna che non c'entrano nulla con la trattativa, sono fuori dal contratto collettivo e ledono il diritto di sciopero». La Fiom annuncia che la propria rappresentanza di fabbrica chiederà la convocazione urgente dell'assemblea dei lavoratori per illustrare quanto accaduto nell'incontro con la direzione. Al tempo stesso si augura che gli altri sindacati non firmatari del verbale mantengano questa posizione.
«Il comportamento della Fiat è un inganno che contrasteremo e spero che a questa battaglia aderiscano anche Fim e Uilm» afferma il segretario regionale Fiom, Nicola Di Matteo. Dopo lo stop all'intesa, si attendono sviluppi. Sevel potrebbe dare per buono l'accordo firmato con la sola Fismic, chiedendo dunque l'esigibilità dei sabato lavorativi. Oppure aspettare che altri sindacati firmino il verbale o, infine, stralciare le clausole sullo sciopero come richiesto dalla Fiom.
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