Fondi europei, spesi 58 milioni su 345

La Regione rischia una multa e il ritiro dei finanziamenti non utilizzati

PESCARA. Su un totale di 32 capitoli di spesa, ben 23 risultano inutilizzati dalla Regione Abruzzo per quanto riguarda il Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale, le cui risorse sono spalmate dal 2007 al 2013. A fotografare lo stato di attuazione è stato il comitato di sorveglianza il 6 giugno scorso.

Il risultato è che su una dotazione complessiva per la nostra regione di oltre 345 milioni di euro, solo poco più di 58 milioni sono quelli effettivamente spesi. In termini percentuali, dopo quattro anni, siamo al 17%. Il pericolo che l'amministrazione regionale corre è duplice: da un lato questa montagna di soldi rischia di essere disimpegnata automaticamente tornando all'Unione Europea e dall'altro si rischia una procedura d'infrazione per il mancato utilizzo, con la conseguenza di dover pagare pesanti sanzioni, molto superiori ai finanziamenti stessi.

Per questi motivi la giunta Chiodi ha presentato la settimana scorsa, durante la riunione della consulta regionale del Patto per lo Sviluppo, una previsione di spesa da qui a fine anno che appare ambiziosa: quasi 60 milioni di euro in meno di sei mesi. Basti pensare che dal 2007 a oggi (dunque quattro anni) è stato utilizzato un totale di 58 milioni e 300 mila euro e che nei primi sei mesi dell'anno in corso solo 4 milioni e 200 mila euro. L'obiettivo dei fondi Fesr è quello di agevolare e stimolare lo sviluppo e la crescita dei territori. Gli interventi sono suddivisi in sei assi strategici: innovazione e competitività, sostenibilità ambientale, società dell'informazione, sviluppo territoriale, assistenza tecnica e recupero e rivitalizzazione economica e sociale del territorio colpito dal sisma. L'unico asse che risulta completamente non sfruttato è il secondo, quello riguardante la sostenibilità ambientale, che dispone di una dotazione complessiva di oltre 35 milioni di euro divisi in tre voci: promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili (4 milioni), di sistemi di risparmio energetico (28 milioni) e animazione per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico (oltre 3 milioni).

Il primo asse, quello su innovazione e competitività che dovrebbe essere d'aiuto per il rilancio delle piccole e medie imprese, non se la passa meglio, con soli 425 mila euro spesi sui 90 milioni di euro a disposizione.

L'asse messo meglio invece è quello riguardante il recupero dei territori colpiti dal sisma, il sesto: qui sono stati oltre 30 i milioni di euro usati (oltre 40 l'impegno di spesa) sul totale di 83 milioni e 400 mila, la maggior parte dei quali (27 milioni e mezzo) per la riattivazione dell'attività produttiva delle imprese. Visti i danni provocati dal terremoto all'Aquila, risulta strano l'aver speso meno di 5 milioni di euro dell'asse quarto per lo sviluppo territoriale che in dotazione ha quasi 73 milioni, 18 dei quali per la prevenzione dei rischi naturali per le aree soggette a rischio sismico e idrogeologico.

Meglio il fondo sociale europeo (Fse) con un impegno di spesa pari a oltre 78 milioni di euro (30,5 quella effettiva) sul totale di 316 a fine 2010.

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