Francavilla e Ortona, paura per il dissesto idrogeologico Colline a rischio smottamento

Petizione al Prefetto, alla Regione e al Comune «Troppe opere realizzate in aree pericolose».

ORTONA. Un tratto di costa tra Francavilla e Ortona che potrebbe ottenere la palma d’oro per il dissesto idrogeologico e l’accanimento degli interventi infrastrutturali spesso inutili. In una fascia di litorale, stretta tra le colline e il mare, profonda meno 50 metri ci sono le colline a rischio di frana sulle quali si continua a costruire case e ville a schiera, c’è la statale 16 che quando piove è un pantano, c’è la linea del doppio binario ferroviario, c’è la nuova strada Postilli-Riccio.

Ci sono due fiumi inquinati: il Foro e l’Arielli che detengono il primato di discariche abusive e di acque malsane; e da alcuni giorni in mare sono iniziati i lavori di una seconda linea di scogliere che rendono lo specchio di acqua marina un pantano maleodorante dove rimangano intrappolate le acque fluviali che non riescono a supeare le barriere. In mezzo a questo caos i cittadini residenti esasperati e spaventati per il rischio incombente per gli smottamenti e gli allagamenti. Già negli anni passati le frane hanno creato un fuggi fuggi generale.

Poi sono arrivate nuove concessioni edilizie e si è costruito a tutta forza su aree collinari a rischio di frane. I residenti hanno fatto sopralluoghi e scritto al Prefetto, al Genio civile della Regione, al Comune di Ortona a Trenitalia. Lettere e petizioni per raccontare come su quella lingua di territorio si sono sovrapposte infrastrutture contigue che, ciascuna per la sua logica rischiano di creare un gigantesco smottamento perchè le acque piovane che diventano un fiume in piena arrivano a fatica al mare. La causa, segnalano i cittadini, sono i lavori fatti tra la statale 16 e il pare, sia per il raddoppio ferroviario e sia per la via Postilli-Riccio che hanno creato dislivelli e occlusioni dei sottopassi.

La riprova, sostengono, arriva dai lavori del tunnel che collega la spiaggia con la statale 16. Un’opera prevista nell’ambito della Postilli Riccio, complicata dal fatto che sopra il tunnel scorrono i binari e gli scambi delle ferrovie della stazione di Tollo per questo per realizzare il sottopasso lavorano notte e giorno squadre di operai, poi sono necessarie una decina di pompe per aspirare l’acqua che riaffiora. Tutto questo malgrado la segnalazione dei residenti che in quel punto c’era una grande falda acquifera. I lavori sono andati avanti lo stesso fino a quando gli operai hanno trovato un fiume di acqua da risucchiare. La falda preoccupa perchè sopra al tunnel passano i treni ad alta velocità che si incrociano sul doppio binario ma anche perchè tutta l’area collinare è instabile ed è impregrata di acqua. «La falda è emersa dopo lo scavo fino a sette metri», segnalano i cittadini nelle loro lettere, «compiuto dall’impresa addetta ai lavori della litoranea: lo scopo di ciò è consentire l’uscita della Postilli-Riccio presso la stazione ferroviaria di Tollo.

La falda è talmente ampia che servono circa otto pompe per poterne aspirare l’acqua. Ma questo problema era già stato previsto dagli abitanti e illustrato agli esponenti del Comune di Ortona, quando molti mesi fa presentarono il progetto della nuova strada». «Lungo questa fascia costiera», raccontano ancora i cittadini firmatari della petizione, «c’è un preoccupante dissesto idrogeologico, mentre le opere fatte senza troppo tener conto dei problemi possono reinnescare quelle frane che negli anni passati hanno messo a repentaglio vite e case. Ci sono troppi lavori fatti e poche sono le garanzie di sicurezza, lo vogliamo dire a tutti prima che accada qualcosa di grave».