Giustizia lumaca, risarcimento dal ministero per una causa durata 17 anni

Avezzano, dovrà risarcire 11 mila euro ad una casalinga per una pensione Inps in ritardo

AVEZZANO. Un processo iniziato nel 1991 e concluso 17 anni più tardi, nel 2009, quando una casalinga è riuscita a ottenere l’assegno di invalidità dall’Inps. Diciassette anni di attesa.

Troppi secondo i giudici della Corte d’appello di Campobasso che hanno accolto il ricorso presentato da una donna di Pescina, E.F., 63 anni, e ha condannato il ministero della Giustizia al pagamento di 11.625 euro a titolo di «equa riparazione». Secondo i giudici il processo si è prolungato in maniera «irragionevole».

La Corte d’Appello ha applicato il principio della rapida definizione del processo entro un termine ragionevole, così come sancito dall’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La donna, assistita dagli avvocati Antonella e Callisto Terra, ha deciso di fare causa al ministero della Giustizia dopo un processo durato 17 anni, tra primo, secondo grado e Cassazione, con decine di udienze, rinvii e perizie.

La casalinga aveva chiamato in giudizio l’Inps per ottenere il riconoscimento del diritto all’assegno ordinario di invalidità per i suoi problemi di artrosi. La causa, dopo che la commissione medica dell’allora Usl bocciò la pratica, iniziò nel 1991 davanti all’allora pretura circondariale di Avezzano. Il secondo grado in tribunale si concluse solo dopo sei anni. Poi ci fu il ricorso alla Corte suprema di cassazione che, con sentenza del 2001, cassò la sentenza di secondo grado e rinviò la causa alla Corte d’appello dell’Aquila.

Quest’ultima, dopo un processo di altri sette anni, riconobbe definitvamente il diritto della donna di Pescina ad avere l’assegno ordinario di invalidità.

(r.rs.)