<strong>Villa Pini. </strong>Definito il passaggio alla curatela dell’avvocato romano Ivone

I dipendenti: crediti per 30 milioni Cosentino non è più commissario

Il procuratore Mennini firma l’atto di chiusura della fase pre-fallimentare

PESCARA. Vertenza Villa Pini, 329º giorno. Il procuratore Pietro Mennini del tribunale di Chieti ha revocato l’incarico al commissario giudiziario, Sergio Cosentino, che ha gestito la fase pre-fallimentare.
Da ieri, si può definire ultimato il passaggio di consegne al curatore, l’avvocato romano Giuseppina Ivone, che per questi giorni si è avvalsa della preziosa collaborazione del commissario. «Sì, oggi è per me l’ultimo giorno a Villa Pini» conferma Cosentino, «e l’ho impegnato per le consegne di rito alla dottoressa Ivone, che naturalmente potrà sempre continuare a chiedere informazioni sull’attività svolta in questo periodo».

Nel congedarsi dall’incarico, il commissario sente di aver svolto un compito importante per svelenire il clima nella casa di cura. «E’ stato un impegno significativo per me, anche da un punto di vista sociale, considerata la tensione che si è accumulata sull’attività e le sorti della clinica» chiarisce Cosentino. «Oggi posso dirlo, è stato uno dei pochi fallimenti che non ha prodotto intoppi nella gestione. Chi entra a Villa Pini non nota differenze, non ci sono sigilli. Di solito, l’ingresso a una società fallita viene impedito. Trattandosi di una struttura sanitaria, possiamo definirlo un passaggio indolore. Spero che da questo possa nascere qualcosa di positivo per i lavoratori».

Che, assieme ai malati trasferiti in altre strutture, di più hanno sofferto il peso della crisi sfociata nel fallimento. Si calcola che la somma degli stipendi arretrati ammonti a oltre 30 milioni di euro. Cifra importante, che dà la misura del giro di affari in capo al gruppo sanitario da cui dipende anche un pezzo della economia teatina, con conseguenze significative sul livello dei consumi. «E’ una stima cauta», osserva la sindacalista della Cgil Angela Scottu, che da mesi segue la vicenda Villa Pini e il calvario del personale dipendente. «Nel gennaio 2009», annota, «è stata di 4,7 milioni di euro la somma impegnata per pagare gli stipendi ai dipendenti del gruppo sanitario, compresi i consulenti medici. Per alcuni dei quali Villa Pini spendeva fino a 35mila euro al mese».

Nel 2009 l’attività si è in qualche modo ridotta, resta che circa 30 milioni di euro è la somma dei crediti arretrati, e a questo punto privilegiati, che spetta ai lavoratori. Problema che oggi passa alla curatela fallimentare, giacché ai dipendenti impegnati nei servizi di assistenza non potrà più essere differita la retribuzione, mentre per altri scatterà la Cig a rotazione. «Ora ci sono risorse finanziarie anche grazie ai pignoramenti», riprende l’ormai ex commissario Cosentino, «entro un mese si potrebbe indire la gara per affittare le strutture sanitarie. La legge fallimentare lo consente, naturalmente con procedura competitiva».