L'ingresso degli studenti nell'Istituto ex Comi di Teramo (foto di Luciano Adriani)

CORONAVIRUS / ABRUZZO

I licei riaprono a ingressi scaglionati, assembramenti inevitabii e sciopero digitale / VIDEO

Accordi con l'azienda trasporti per il 50% degli studenti. Ma in tanti sono contrari: presidio a Pescara per chiedere un rinvio e  la riapertura in maggiore sicurezza

PESCARA. E' il giorno del rientro nelle scuole superiori di secondo grado in Abruzzo, una delle tre regioni (le altre sono Toscana a Valle d'Aosta) dove le lezioni in presenza sono consentite per metà degli studenti. Si calcola che siano circa 23mila gli studenti che questa mattina hanno varcato i cancelli di licei e istituti. Tutti con mascherina e attenti a non avvicinarsi troppo secondo le indicazioni covid e delle stesse direzioni didattiche. Ma gli assembramenti in certi casi e fuori dalle scuole sono stati inevitabili.

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Rientro nelle superiori, orari diversificati e accordi sui trasporti
La riapertura dell'istituto “Comi" di Teramo e l'intervista alla dirigente Clara Moschella (di Luciano Adriani)

Per l'occasione la Regione ha varato una sorta di piano eccezionale per i trasporti _ da tanti ritenuto il punto debole delle restrizioni covid - con l'azienda unica regionale Tua, in modo da aumentare le corse e quindi i posti disponibili a bordo dei mezzi in modo che siano rispettate le distanze. Con alcune scuole, poi, Tua ha preso accordi anche sugli orari e sono stati scaglionati gli ingressi.

leggi anche: Abruzzo, nessun ripensamento: è una delle tre regioni dove riaprono le scuole superiori Indice di contagio inferiore a 1, confermate le lezioni in presenza al 50%. L'assessore: "Potenziati i trasporti, l'importante è poter ripartire in sicurezza". Cisl e Cgil contro la regione: "Meglio rinviare"

Ma sono tante le voci contrarie alla riapertura parziale e a sostegno dello "sciopero digitale" degli studenti di Pescara annunciato da "Libera Associazione Studentesca", Cobas scuola, "Priorità alla scuola" e "Patto per l'Abruzzo resiliente". Questa mattina è stato organizzato un presidio in Piazza Unione, davanti alla sede del Consiglio regionale, per rivendicare un tavolo permanente di confronto con la Regione e per un rientro a scuola del 100% degli studenti in condizioni di sicurezza.

«Oggi siamo qui - spiega all'Ansa Gaia Di Carlo della Libera Associazione Studentesca - per chiedere un rientro a scuola in sicurezza che non è stato garantito al 100%. La Regione ha provveduto ad aumentare le corse degli autobus ma mancano ancora delle certezze che garantiscono un ritorno in sicurezza. Il problema più grande è quello dei presidi sanitari nelle scuole e di uno screening che è iniziato nel primo giorno di lezioni e che non garantisce una prevenzione dei contagi. Chiediamo che ci siano screening per tutto l'anno».

«Sostengo l'iniziativa di studenti e associazioni - dice il consigliere regionale Antonio Blasioli (Pd) - occorre riaprire, ma va fatto in sicurezza: con un sistema di trasporti sicuro ed efficiente, strutturazione di presidi sanitari nelle scuole e confrontandosi con il mondo della scuola».

Anche Rifondazione Comunista, federazione di Pescara, sostiene lo "sciopero digitale". Mentre alunni e personale di infanzia, primaria e medie inferiori hanno continuato a rimanere in presenza. «La Regione e ciascuno dei Dipartimenti di Prevenzione delle 4 Asl quanto personale hanno dedicato per il tracciamento nelle scuole? _ domanda Rifondazione _ E perché manca una pianificazione periodica dei test rapidi e sierologici per studenti e personale scolastico, come avviene per il personale sanitario? Tutte le scuole hanno attivato le commissioni covid? In quali condizioni sono gli autobus? Con quale frequenza sono assicurate pulizia e sanificazione?».

«Tornare nelle aule è pericolosissimo - dichiara all'Ansa il segretario regionale del sindacato Snals Carlo Frascari - siamo tutti convinti dei danni che provoca la didattica a distanza, tuttavia il ciclone della pandemia ha messo in luce le carenze strutturali del sistema scolastico e dei trasporti, che non possono essere risolte in pochi mesi. Da ciò la nostra convinzione che la riammissione in presenza (sia pure parziale) alle superiori ha il sapore di un azzardo fondato, sia a livello centrale sia periferico, su una scommessa politica o peggio ancora demagogica. Le rassicurazioni di Marsilio e dell'Ufficio scolastico Regionale non ci convincono, sia per la complessa organizzazione delle turnazioni al 50% (che investono anche i trasporti) sia per la scelta di non attendere almeno due settimane in una fase di nuovo aumento dei contagi. I danni provocati dalla mancata presenza sono almeno pari a quelli provocati da un'organizzazione temporanea e alternata della didattica che genera ansie e confusione tra alunni e docenti».