Il marocchino eroe fermato a Roma

Dopo un’intervista in tv all’uomo che ha salvato una famiglia è stato notificato un nuovo decreto di espulsione

AVEZZANO. L’incubo del rimpatrio supera la speranza di una regolarizzazione e una burocrazia senza anima non fa sconti nemmeno a un eroe.

Futuro incerto, insidiato dalle trappole della legge italiana, per Adoioiu Abderrahim, 48 anni, il marocchino che nel Fucino ha salvato dalla morte sicura un’intera famiglia.

Per la coppia la mattinata di ieri è stata carica di suspence e colpi di scena. Tutto inizia alle 7 con un’intervista rilasciata durante la trasmissione “Uno Mattina in famiglia” su Raiuno. Adoiou è accompagnato dalla sua fidanzata Salima Jarrar. Tutto sembra filare liscio e a fine intervista i due tornano in albergo per riposare. Hanno fatto una levataccia.

All’improvviso, intorno alle 9, nella stanza si materializzano alcuni poliziotti che invitano Adoiou a seguirli in questura. Il marocchino acconsente e inizia la lunga mattinata di passione.

La polizia ha atteso pazientemente che terminasse l’intervista in cui ha raccontato il suo eroico salvataggio di una famiglia in un canale del Fucino, per prelevarlo e portarlo in questura per accertamenti.

Salima è preoccupata e inizia a telefonare. Per Adoiou inizia la parte burocratica. Gli viene notificato un decreto di espulsione – è il secondo dopo quello di un paio di mesi fa – e riceve un invito a comparire in questura all’Aquila per domani. Diciamo che è una sorta di concessione poiché, in casi analoghi, la destinazione è un centro di accoglienza. La concessione a un eroe.

Vuoi per le difficoltà legate alla lingua, nonostante una certa padronanza dell’italiano da parte del marocchino, ma Adoiou interpreta la permanenza in questura e «le numerose telefonate all’Aquila» come un buon segno. «Andrò a ritirare il mio permesso di soggiorno, i poliziotti mi hanno fatto anche i complimenti e in tv mi hanno applaudito» sottolinea al telefono gongolando mentre attende un taxi che lo porti alla stazione. Invece, nonostante i proclami e le parole di solidarietà anche da parte dei rappresentanti degli enti locali, nonché del ministro degli Interni, Annamaria Cancellieri, l’eroe del Fucino rischia di essere espulso da un momento all’altro. L’uomo, infatti, non è più in possesso del permesso di soggiorno e solo un provvedimento ad hoc può regolarizzare la sua posizione.

Quando, nei giorni scorsi, le sue generalità sono state rese note, molte televisioni nazionali hanno voluto intervistarlo o dedicare un servizio a questa vicenda. Tra queste il programma Uno Mattina, attraverso il quale Abderrahim sperava di poter lanciare un appello affinché qualcuno sanasse la sua situazione. Invece, il tempo di tornare all'hotel Clodio per riposare, che si è ritrovato la polizia in stanza. Una volta in Questura, è stato trattenuto per circa tre ore, poi è stato rilasciato e ha fatto così ritorno in treno ad Avezzano. Gli rimangono flebili speranze e un altro giorno di passione.

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