Il Pd: pedaggi, i soldi spettano all'Abruzzo

D'Alessandro: una parte degli aumenti va alle categorie svantaggiate e alle infrastrutture

PESCARA. «Sulla questione dei pedaggi autostradali sulla A24 e sulla A25 è inutile continuare solo a lamentarsi degli aumenti. Quello che una politica seria dovrebbe fare è riprendere in mano la concessione e ricavarne ciò che spetta all'Abruzzo e ciò che la regione potrebbe ricavare usando una parte degli incrementi per investirli in infrastrutture. Questo è il compito di Chiodi».

Camillo D'Alessandro parla carte alla mano. Le carte che fanno da supporto alla tesi del capogruppo del Pd in consiglio regionale suo quelle delal convenzione stipulata, nel 2001, fra l'Anas (lo Stato) e l'associazione temporanea di imprese di cui faceva parte (insieme ad altri due partner) il gruppo Toto, di Chieti, che appena, una settimana fa (si legga l'articolo a fianco), è diventato l'unico proprietario del pacchetto azionario della società Strada dei Parchi che gestisce le due autostrade A24 (Roma-L'Aquila-Teramo) e A25 (Roma-Pescara). Autostrade interessate, dall'inizio dell'anno, da un aumento del 8,14 per cento dei pedaggi.

«L'articolo 12 della convenzione», dice D'Alessandro, «consente alle parti di proporre una revisione delle condizioni ivi previste. E fossi il presidente della Regione Abruzzo, avrei già convocato Anas, ministero e società di gestione per verificare e contribuire a scrivere le modiche utili all'Abruzzo».

«Non ci si può fermare a questo bensì occorre chiedere allo stato e alle imprese di prevedere che una parte di quel canone torni in Abruzzo per realizzare infrastrutture. Ad oggi di quei 40-50 milioni di euro in Abruzzo non ne torna neanche uno. Stesso discorso vale per le risorse che verranno generate dal pagamento dell'Asse attrezzato. In questo caso, coma ha chiarito l'autorita di vigilanza quelle risorse devono restare nei territorio che le hanno generate».

L'altra proposta del capogruppo del Pd è questa: «Nelle more di una nuova auspicata convenzione almeno si applichino in Abruzzo misure sociali, facendo riferimento all'articolo 13 della convenzione che prevede la possibilità di apllicare esenzioni e/o agevolazioni per determinate categorie di utenti. Vanno attivati abbonamenti che mettano al riparto dagli aumenti alcuna categorie particolarmente in difficoltà, penso ai terremotati ancora lontani da casa e dal luogo di lavoro, costretti ad usare le autostrade. Penso agli studenti e lavoratori pendolari e ai pensionati che devono spostarsi per raggiungere luoghi di cura. Un vero presidente della Regione pretenderebbe che questa parte della convenzione fosse immediatamente attivata».

«Quello scattato il 1º gennaio scorso», prosegue D'Alessandro, «non sarà l'ultimo aumento previsto dalla convenzione. Infatti, da essa emerge un meccanismo di automatico adeguamento delle tariffe calcolate in base a una formula matematica che tiene conto di alcuni paramentri quali il tasso d'inflazione, l'indicatore di produttività e l'indicatore di qualità, il cui variare produrrà l'amontare dell'aumento della tariffa. Infatti sulla tariffa è opportuno segnalare che è prevista la possibilità che il gestore comunichi all'Anas, entro il 30 settembre di ogni anno, la variazione percentuale dell'adeguamento della tariffa calcolato in base a quella formula».

«Questo dimostra che il problema non semplicemente l'aumento di oggi. La partita è altra. Trasformare il problema in un'opportunità. Come possono essere utili le autostrade all'Abruzzo? Penso che possano esserlo generando altre infrastrutture, finanziandole. Come dire: ciò che pago mi ritorna. Questo è il federalismo che ho in mente, diverso da quello del lamento e del cappello in mano, tipico di una Regione che balbetta di fronte alle grandi questioni».

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