Il Pdl non condanna Amicone per gli sms

Il coordinatore Piccone: solo una questione di opportunità. E lui replica a Rc e Idv
PESCARA. Il Pdl stigmatizza ma non condanna i messaggini con i quali il direttore dell'Arta Amicone chiede un posto a Barlusconi. «Il partito lo giudica per il lavoro che fa», fa sapere il cooordinatore regionale senatore Filippo Piccone. E Amicone che fa? Rivela di avere ricevuto altri sms, di tenore diversi dai primi.
«Ho ricevuto tante telefonate e messaggi di solidarietà», racconta il giorno dopo le sue dichiarazioni al Centro il direttore Arta finito nell'occhio del ciclone per aver inviato a giugno gli sms all'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola (indagato nell'inchiesta sull'estorsione a Berlusconi e attualmente latitante) e nei quali si dichiarava deluso per quanto aveva raccolto fino a quel momento dal partito. A Mario Amicone piace sottolineare di aver conservato un sms in particolare: «Vuole sapere quale? "I ragli degli asini non raggiungono gli astri". E vuole sapere che cosa ho risposto? "Il mondo è pieno di asini, con tutti questi ragli non si capisce chi è più veramente asino e chi non lo è"».
Dice di non essere arrabbiato l'ex assessore, eccetto che per una cosa: «Non è mica grave che parlo dialetto e che sono di Miglianico», afferma alludendo al fatto che l'avevamo rilevato durante l'intervista di ieri. Lungi da noi l'idea di volerlo offendere, e chiarito l'equivoco, Amicone appare disponibile come sempre nonostante le polemiche e le richieste di dimissioni presentate da Rifondazione e Idv. Per oggi ha convocato una conferenza stampa, ma ad Acerbo (Rc) e a Mascitelli (senatore Idv) invia già due "messaggi": «Vorrei sapere qual è il lavoro che fa Acerbo, io ho sempre lavorato e il posto che occupo qui all'Arta l'ho avuto grazie ai miei requisiti e alla mia esperienza. Mascitelli, poi. Dice che ho cambiato troppi partiti? E allora lui che ne ha cambiati tre? Acerbo e Mascitelli si permettono di fare i moralisti quando fu la giunta di centrosinistra di Del Turco ad approvare lo spoil system e a mettere gli uomini che voleva nei posti che voleva. Ad esempio, ricordo ad Acerbo che all'Arta fu mandato il suo amico ambientalista Gaetano Basti, quando qui era già pieno di tecnici, necessari e utili, e occorreva svolgere un ruolo di gestione».
Amicone, che fa parte del coordinamento regionale del Pdl, respinge anche l'idea che i suoi sms a Lavitola abbiano sollevato un problema etico, di opportunità, sulla scia proprio di quanto ha affermato il giorno prima: «Così fanno tutti». «La medaglia va vista dalla parte giusta», corregge il tiro, «non c'è alcun caso di opportunità, anzi. Quando sono passato dall'Udc al Pdl nel 2008 è avvenuto a settembre, prima che si sapesse che ci sarebbero state le elezioni alle quali tra l'altro io non mi sono candidato. Vorrei sapere quanti altri l'avrebbero fatto al posto mio».
Dal Pdl Amicone riceve una sorta di cartellino giallo. Il coordinatore Filippo Piccone non intende banalizzare il caso ma nemmeno farne un problema: «Amicone fa bene quello che sta facendo all'Arta, non esistono le dimissioni». E' chiaro che anche per il Pdl il politico che invia sms per chiedere un incarico non commette un reato. «E' un problema di opportunità», riconosce il senatore, «personalmente posso anche dissentire da questo modo di fare, è un modo di fare politica che non ci appartiene, ma questo non inficia nel giudizio positivo che abbiamo di Amicone nel ruolo che sta svolgendo all'Arta».
Da Amicone prende le distanze Rialzati Abruzzo. La segreteria regionale in una nota sostiene che Amicone, contrariamente a quanto scritto dall'Udc, dopo aver lasciato il partito di Casini, «non ha mai avuto contatti con il nostro movimento». Per Rialzati Abruzzo si tratta di «un tentativo puerile di coinvolgerci in una situazione a noi estranea». (a.mo.)
«Ho ricevuto tante telefonate e messaggi di solidarietà», racconta il giorno dopo le sue dichiarazioni al Centro il direttore Arta finito nell'occhio del ciclone per aver inviato a giugno gli sms all'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola (indagato nell'inchiesta sull'estorsione a Berlusconi e attualmente latitante) e nei quali si dichiarava deluso per quanto aveva raccolto fino a quel momento dal partito. A Mario Amicone piace sottolineare di aver conservato un sms in particolare: «Vuole sapere quale? "I ragli degli asini non raggiungono gli astri". E vuole sapere che cosa ho risposto? "Il mondo è pieno di asini, con tutti questi ragli non si capisce chi è più veramente asino e chi non lo è"».
Dice di non essere arrabbiato l'ex assessore, eccetto che per una cosa: «Non è mica grave che parlo dialetto e che sono di Miglianico», afferma alludendo al fatto che l'avevamo rilevato durante l'intervista di ieri. Lungi da noi l'idea di volerlo offendere, e chiarito l'equivoco, Amicone appare disponibile come sempre nonostante le polemiche e le richieste di dimissioni presentate da Rifondazione e Idv. Per oggi ha convocato una conferenza stampa, ma ad Acerbo (Rc) e a Mascitelli (senatore Idv) invia già due "messaggi": «Vorrei sapere qual è il lavoro che fa Acerbo, io ho sempre lavorato e il posto che occupo qui all'Arta l'ho avuto grazie ai miei requisiti e alla mia esperienza. Mascitelli, poi. Dice che ho cambiato troppi partiti? E allora lui che ne ha cambiati tre? Acerbo e Mascitelli si permettono di fare i moralisti quando fu la giunta di centrosinistra di Del Turco ad approvare lo spoil system e a mettere gli uomini che voleva nei posti che voleva. Ad esempio, ricordo ad Acerbo che all'Arta fu mandato il suo amico ambientalista Gaetano Basti, quando qui era già pieno di tecnici, necessari e utili, e occorreva svolgere un ruolo di gestione».
Amicone, che fa parte del coordinamento regionale del Pdl, respinge anche l'idea che i suoi sms a Lavitola abbiano sollevato un problema etico, di opportunità, sulla scia proprio di quanto ha affermato il giorno prima: «Così fanno tutti». «La medaglia va vista dalla parte giusta», corregge il tiro, «non c'è alcun caso di opportunità, anzi. Quando sono passato dall'Udc al Pdl nel 2008 è avvenuto a settembre, prima che si sapesse che ci sarebbero state le elezioni alle quali tra l'altro io non mi sono candidato. Vorrei sapere quanti altri l'avrebbero fatto al posto mio».
Dal Pdl Amicone riceve una sorta di cartellino giallo. Il coordinatore Filippo Piccone non intende banalizzare il caso ma nemmeno farne un problema: «Amicone fa bene quello che sta facendo all'Arta, non esistono le dimissioni». E' chiaro che anche per il Pdl il politico che invia sms per chiedere un incarico non commette un reato. «E' un problema di opportunità», riconosce il senatore, «personalmente posso anche dissentire da questo modo di fare, è un modo di fare politica che non ci appartiene, ma questo non inficia nel giudizio positivo che abbiamo di Amicone nel ruolo che sta svolgendo all'Arta».
Da Amicone prende le distanze Rialzati Abruzzo. La segreteria regionale in una nota sostiene che Amicone, contrariamente a quanto scritto dall'Udc, dopo aver lasciato il partito di Casini, «non ha mai avuto contatti con il nostro movimento». Per Rialzati Abruzzo si tratta di «un tentativo puerile di coinvolgerci in una situazione a noi estranea». (a.mo.)
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