Il Tar blocca la tv digitale in Abruzzo

Accolto il ricorso di una televisione locale. Lo stop almeno fino al 23

PESCARA. Il Tar del Lazio ha sospeso il passaggio dell'Abruzzo alla televisione digitale in programma a partire da lunedì 7 maggio. La sospensione è valida fino alla Camera di Consiglio prevista il 23 maggio

In questa sede è stato fissato l'esame del decreto del ministro dello Sviluppo Economico che definisce le scadenze relative al passaggio definitivo alla trasmissione televisiva digitale terrestre dell'area tecnica dell'Abruzzo e Molise (inclusa la provincia di Foggia).

Per l'Abruzzo l'inizio dell'operazione era prevista il 7 a partire dalla provincia di Chieti, per proseguire con la provincia di Pescara l'8, quindi Teramo il 10 e l'Aquila il 15.

Anche la Rai ha fatto ricorso al Tar perché considera non buona la frequenza che le è stata assegnata sul canale 35. Infatti si temono problemi di ricezione soprattutto nelle aree interne collinari, dove il segnale potrebbe risultare oscurato o subire interferenze dai segnali di altre regioni o dei paesi dell'altra sponda dell'Adriatico.

L'impresa televisiva che ha visto accolto il ricorso, Napoli Canale 21, ha chiesto l'emanazione del provvedimento cautelare perché venga riesaminato il decreto impugnato da parte del Ministro dello Sviluppo Economico affinché quest'ultimo fissi le nuove date dello switch off in Abruzzo e Molise sul presupposto che dovrebbe intercorrere un intervallo di almeno tre/quattro mesi tra la data di rilascio dei diritti di uso delle frequenze e la data di inizio dello switch off.

Nel ricorso si evidenzia, tra l'altro, che nonostante la fissazione dello switch off dell'area 11 a partire dal 7 maggio 2012, il ministero non ha ancora provveduto al rilascio dei diritti di uso delle frequenze di trasmissione. Viene inoltre evidenziato che in relazione a ciò la situazione è insostenibile per la tv ricorrente sia che la stessa ottenga l'assegnazione di tali diritti di uso, sia che venga esclusa da detta assegnazione.

Infatti, secondo il ricorrente, nell'ipotesi di assegnazione, non sarebbe possibile realizzare lo switch off nelle date previste dal decreto ministeriale impugnato poiché non vi sarebbe il tempo per progettare la nuova rete di trasmissione (sulla base delle assegnazioni frequenziali ricevute), per procedere all'acquisto degli impianti, per chiedere le autorizzazioni urbanistiche, ambientali e igienico sanitarie.

Nel ricorso si spiega inoltre che la tv ricorrente, in mancanza di sospensiva, sarebbe stata costretta a spegnere gli impianti analogici alla data prevista dal decreto ministeriale impugnato, cessando le relative trasmissioni senza potere, allo stesso tempo, attivare gli impianti digitali prima di alcuni mesi.

Soddisfatti del provvedimento le associazioni delle televisioni locali Aeranti-Corallo e Associazione Tv Locali Frt rappresentate da Marco Rossignoli e Maurizio Giunco. Da sempre, infatti, le tv locali lamentano l'illegittimità di assegnazioni frequenziali pochi giorni o poche ore prima degli switch off. Per le associazioni il decreto non permette alle tv locali di programmare investimenti e installazioni, organizzando le proprie reti per la transizione al digitale secondo i tempi calendarizzati.

«In relazione a ciò», aggiungono Rossignoli e Giunco «le tv locali spesso non riescono a far sintonizzare i propri programmi al momento dello switch off, rimanendo così escluse dalla ricezione televisiva per tempi indefiniti. Auspichiamo che il provvedimento odierno della Magistratura Amministrativa riapra la discussione su un tema fondamentale quale è quello della partecipazione a pieno titolo, da parte delle tv locali, al processo di transizione digitale».

In Abruzzo l'altro problema riguarda le antenne di San Silvestro che non sono più autorizzate a trasmettere ma che dovrebbero funzionare da ponte in questa operazione. Per questo i residenti avevano annunciato dal 7 la ripresa dello sciopero della sete e della fame contro «l'illegale permanenza degli impianti televisivi nella zona».

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