Il treno Pescara-Roma è più lento di 32 anni fa: "L'Abruzzo è isolato"

Nel Libro nero di Codacons e Federconsumatori l’elenco delle criticità di collegamenti, servizi e offerta commerciale

PESCARA. Nel 1980 il treno Pescara-Roma impiegava tre ore e 17 minuti, mentre attualmente il collegamento più veloce impiega tre ore e 43 minuti, nonostante trenta anni fa i mezzi fossero più lenti. E' questo uno degli esempi emblematici della situazione delle ferrovie in Abruzzo, contenuto nel "Libro nero" presentato dal segretario regionale di Federconsumatori, Tino Di Cicco (nella foto), dal vicecoordinatore regionale del Codacons, Vittorio Ruggieri, e dal senatore abruzzese Nevio Felicetti, che ne ha curato la premessa.

Il dossier raccoglie proteste e lamentele dei cittadini scontenti del servizio offerto da Trenitalia con l'obiettivo di farle diventare proposte concrete per migliorare il settore trasporti. Il volume si sofferma proprio sulle maggiori criticità in termini di collegamenti, ma anche sull'offerta commerciale, sulla velocità, sulle coincidenze, sulle linee soppresse, sulle sanzioni e sui servizi alla clientela, offrendo in molti casi proposte a costo zero. In particolare, «la linea Pescara-Roma», rileva il volume, «è caratterizzata da due aspetti negativi: alti costi di gestione e basso utilizzo, dovuto quasi esclusivamente alla bassa velocità commerciale. Sarà difficile, nel prossimo futuro contrastare le non del tutto irragionevoli pressioni dell'amministratore delegato del Gruppo Fs, quando prevede la chiusura della linea».

Una soluzione, in tal senso, può essere la velocizzazione dell'offerta, recuperando almeno i tempi del 1980 e una riduzione dei costi, attivando il Controllo traffico centralizzato (Ctc) su tutta la linea, che consentirebbe, tra l'altro, di «aumentare in modo considerevole l'offerta dei treni a costo praticamente zero». Sulla Direttrice adriatica «l'offerta è destinata a peggiorare di molto», si legge ancora nella pubblicazione.

Dal 2016 dovrebbe essere fruibile l'Alta capacità sulla relazione Foggia-Napoli-Roma-Milano. Questo consentirà ai treni provenienti dalla Puglia e diretti al nord, di utilizzare una via più veloce, con l'inevitabile conseguenza che i treni Lecce-Bari-Foggia con destinazione Milano-Torino, non passeranno più lungo l'attuale linea: «Quindi l'Abruzzo verrà privato di una notevole quantità di treni». Una delle 24 schede del libro nero è dedicata alla soppressione della linea Pescara-Foggia. «Da qualche anno Trenitalia ha deciso che il confine di Regione, cioé Termoli», si legge, «debba diventare anche limite insuperabile dei treni regionali verso sud. Il risultato è che i cittadini sono costretti ad utilizzare due diversi treni regionali, il primo da Pescara a Termoli e il secondo da Termoli a Foggia, o ad utilizzare InterCity o Freccia Bianca, più costosi fino al 388% rispetto ai regionali».

In materia di soppressioni, «nel 2007, unico anno per il quale è stato possibile "estorcere" i dati, rileva il libro nero, «in Abruzzo sono stati soppressi 368 treni. Alcune di queste soppressioni erano sicuramente giustificate alla luce del Contratto di servizio; altre non lo erano affatto ma nessuna sanzione è stata applicata a Trenitalia dai nostri Responsabili regionali. Anche così», conclude il volume, «Trenitalia viene "educata" a fare quello che vuole, tanto non c'è nessuno che poi farà rispettare i patti». «L'ambizione di questo volume», spiega Di Cicco, «è dare un contributo alla collettività. Il dramma è che la classe politica non si è mai concentrata sul piano tecnico. Non abbiamo competenze diffuse sul territorio. E' necessario fare massa critica, si deve creare una rete. Se delle 24 schede presenti nel libro, una minima parte potesse diventare concreta, il nostro lavoro non sarebbe stato inutile». «In Abruzzo», afferma Ruggieri, «va rivisto e ridiscusso tutto il sistema della mobilità. A questo libro, inoltre, ci sarà un'integrazione sulle problematiche del trasporto su ferro in provincia dell'Aquila».

L'ex senatore Pci Nevio Felicetti parla invece di un «servizio pubblico che costa per l'utente sempre di più e soddisfa sempre di meno». «A leggere le schede», aggiunge, «si ha come l'impressione che la polvere dell'indifferenza, dell'incuria e dell'abbandono, sia scesa sull'Abruzzo, tornato a ritrovarsi trascurato e marginalizzato come al tempo dei Borboni. L'Abruzzo, nonostante l'Unità d'Italia, oggi è isolato. L'occasione è stata persa». (a.mo.)

 

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