In Abruzzo scoppia la guerra delle sagre Gli organizzatori: serve un calendario

Tutti d’accordo sul disciplinare non sulla concorrenza «Le feste esprimono sempre un valore aggiunto»

PESCARA. Troppe sagre e soprattutto troppe di scarsa qualità e racchiuse in un breve periodo di tempo: Ferragosto. Confcommercio interrompe la tregua contro le manifestazioni culinarie estive, accusandole di fare concorrenza sleale e di rappresentare quindi una ulteriore spina nel fianco degli esercizi commerciali - come bar e ristranti - già affllitti dalla crisi.

La lettera di Giandomenico Di Sante (presidente Confcommercio Abruzzo) che pubblichiamo accanto vuole essere una denuncia, ma anche un invito a disciplinare un settore cresciuto nel tempo in una sorta di giungla. L’esigenza di fissare nuove regole è condivisa, sull’accusa di concorrenza sleale sale la polemica.

«Confcommercio vede la pagliuzza e non la trave, concorrenza sleale non la fanno le sagre indistintamente dalla loro offerta, ma gli agriturismo cioé quegli esercizi che si spacciano come tali», è la replica immediata di Franco Musa da Ortona. Musa organizza da anni la sagra degli “Antichi sapori” che prende il via proprio oggi a Ortona (fino al 16) con la 18ª edizione. Con Di Sante condivide l’idea di mettere in chiaro il settore, non il concetto della concorrenza. «Le sagre come la nostra rappresentano un valore aggiunto per l’Abruzzo, il commercio, il turismo», ripete , «è vero ,ci sono poi quelle che servono solo per fare cassa, ma il danno che esse possono creare non è paragonabile ai danni che provocano i falsi agriturismo». Musa, che fa il ristoratore, propone di istituire un comitato di esperti che sappia percepire la qualità, distinguere tra sagre e sagrette. «Anche perché», aggiunge, «8 su dieci non promuovono il prodotto del territorio che rappresentano».

Quello dell’originalità e della genuinità del prodotto offerto nelle sagre è un parametro di distinzione a cui ricorre anche Dino Pepe, sindaco di Torano nonché organizzatore («da quando avevo 18 anni») della sagra del paese teramano che Mario Soldati definì “la capitale del Montepulciano”. Tra l’altro anche la sagra di Torano – vino, salsicce, formaggio fritto –, una delle più antiche d’Abruzzo (43ª edizione), stasera apre i battenti fino al 17. «Quello che dice Di Sante è condivisibile», afferma il sindaco, «anche perché lui parla di valorizzare le sagre vere, come la nostra, che promuovono i prodotti dei territori e che costituiscono un eccezionale veicolo di promozione commerciale e turistica». L’altra faccia della medaglia per Pepe è rappresentata dalla sagre “improvvisate”. Ad esempio, le feste in montagna con i piatti di pesce, o le sagre della pecora nei posti di mare. In questi casi c’è concorrenza sleale? «Se lo ha detto Di Sante avrà anche i dati», risponde il sindaco di Torano, «io parlo per la nostra sagra e dico che tutti i punti vendita sono a norma, hanno registratori di cassa e sono in regola a livello sanitario». Anche Pepe tuttavia è del parere che occorra una normativa: «Si deve disciplinare il calendario e indicare le caratteristiche del prodotto, e questo lo può fare solo la Regione».

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