ABRUZZO

Inizia il fermo biologico, pesce fresco arriva da fuori ed è più caro

Barche pù grandi in porto dal 19 agosto al 24 settembre a Giulianova, Pescara, Ortona, Vasto e in Molise a Termoli. Prodotto locale solo per fritture e zuppe. I consigli di Coldiretti per i consumatori

PESCARA. Ultime ore di pesca per gran parte della marineria abruzzese. Dal 19 agosto le barche più grandi devono restare in porto a causa del fermo biologico che ogni anno inizia in questo periodo per quel che riguarda il compartimento marittimo da San Benedetto a Termoli in cui rientrano quindi l'Abruzzo e il Molise. Ripercussioni inevitabili sull'offerta. La fornitura del pesce fresco di taglia più grande sarà assicurata con il prodotto proveniente da altri mercati, comunque con un ritocco dei prezzi.

QUANDO. Lo stop scatta dal 19 agosto, prosegue fino al 24 settembre e si incrocia per circa metà mese con quello in atto nell’Alto e basso Adriatico dove - da Trieste ad Ancona e da Bari a Manfredonia - è già partito il 29 luglio e dura fino al 9 settembre.

PERCHE'. Il fermo biologico si ripete da 30 anni ed è stato voluto dall'Unione Europea per tutelare il patrimonio ittico dei mari, favorendo la riproduzione naturale delle specie più pescate. Bloccare la pesca per un certo numero di giorni consecutivi, infatti, significa dare tempo ai pesci di portare a termine il loro ciclo riproduttivo senza pericoli, salvaguardando, così, la fauna dei mari più battuti dai pescherecci.

CHI. In Abruzzo fermo pesca vuol dire che un centinaio di barche resta in banchina nei maggiori porti di Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto, e di Termoli nel Molise. Oltre mille i lavoratori coinvolti. A essere interessate sono le motopesca che utilizzano attrezzi trainati “reti a strascico a divergenti (OTB)”, “reti gemelle a divergenti (OTT)” e/o “sfogliare – rapidi (TBB)” . Possono invece continuare a uscire in mare le imbarcazioni della piccola pesca e quelle dedicate alla cattura dei molluschi: vongolare, lampare, volanti. Nei piatti viene in generale garantito il pesce di piccola taglia per fritturine e zuppe. Per il resto il mercato abruzzese ricorre di solito a fornitori del Lazio, della Croazia (dove il fermo non c'è) con un aumento medio dei prezzi di circa il 20%.

Per gli armatori sono previsti contributi che tuttavia arrivano dopo diversi mesi, se non anni. Mentre i ristoratori sono costretti a ordinare il prodotto ittico (sempre fresco), ma dal Tirreno dove il fermo inizia a ottobre o, come nel caso del Lazio, è già terminato a giugno. Evidente l'aggravio dei costi dei trasporti e il rialzo dei prezzi nei menu. Anche se in realtà una lievitazione c’è già stata e riguarda in particolare alcuni prodotti, quelli che si trovano meno in questo periodo.

OCCHIO AI PREZZI. Per effettuare acquisti di qualità al prezzo giusto nel mercato, il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per i ristoranti l'obiettivo resta sempre quello di inserire la "carta del pesce" dove sia obbligatoriamente indicata l'origine del prodotto, a garanzia della trasparenza dell'informazione ai consumatori.

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