L'Aquila, una donna alla guida della Corte d’appello

Via libera del Csm alla nomina di Fabrizia Ida Francabandera

ROMA. Il Consiglio superiore della magistratura ha promosso una donna alla guida della Corte di Appello dell’Aquila. Per l’ufficio, vacante dal dicembre 2015 quando l’ex presidente Stefano Schirò aveva lasciato l’incarico, erano in corsa dieci magistrati: il Csm ha deciso invece di nominare Fabrizia Ida Francabandera, all’Aquila dal 2004, prima come consigliere di Corte d’Appello e poi come presidente di sezione. E’ lei «senza dubbio la candidata più idonea, per attitudini e merito» si legge nella pratica istruita a Palazzo dei Marescialli e approvata dal plenum. A pesare sul giudizio le valutazioni formulate nell’arco della carriera del magistrato sulla sua professionalità «tutte elogiative della sua elevata preparazione giuridica e delle sue doti di versatilità, diligenza e laboriosità». Insomma un magistrato con eccellenti qualità professionali. La pensa così anche Giovanni Canzio, oggi primo presidente della Cassazione (e per questo membro di diritto del Csm) e in passato suo capoufficio.

Grandi rischi. Ida Francabandera - ha scritto Canzio - «per la sua elevata caratura professionale e per l’ormai acquisita autorevolezza, rappresenta in modo esemplare la figura del dirigente, punto di riferimento sicuro per tutti coloro, colleghi, personale amministrativo, avvocati, e semplici cittadini - che intendono la giustizia come spirito di servizio, fondamento della democrazia e del vivere civile, valore essenziale di ordinata convivenza». Tra i provvedimenti depositati negli anni più recenti a firma Francabandera, spicca, la sentenza redatta in materia di omicidio colposo plurimo e gestione del rischio nel procedimento a carico dei sette componenti della Commissione Grandi Rischi per fatti avvenuti pochi giorni prima del terremoto del 6 aprile del 2009: un documento di oltre 400 pagine, che, come rimarcato nell’autorelazione, «affronta profili di complessità, che emergono con evidenza dalla stessa impostazione dell’imputazione, unica nel suo genere, essendo stata contestata una colpa di natura commissiva, con profili omissivi, in tema di valutazione e comunicazioni del rischio sismico». Impostazione, si sottolinea, condivisa appieno dalla Corte di Cassazione nella sentenza sui fatti dell’Aquila di fine 2015.

Da Bari a Pescara. Nominata magistrato nel 1981, dal 1982 fino all’85 è stata sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari. Trasferita al Tribunale di Pescara, per cinque anni è stata addetta alla sezione penale e si è occupata di tutte le materie, in particolare di reati ai danni della PA, reati colposi, contro il patrimonio, contro la persona, diffamazioni a mezzo stampa, fallimentari, vivendo - si legge ancora nella pratica istruita al Csm - «anche l’epocale transizione dal vecchio al nuovo rito (1989) e partecipando al grande sforzo organizzativo per lo smaltimento dell’arretrato, che vide il Tribunale di Pescara tra i più solerti sul territorio nazionale nella definizione dei procedimenti di vecchio rito». Passata alla sezione civile (1991-2004), ha gestito un ruolo contenzioso di grande peso (oltre mille procedimenti), che spaziava in ogni campo del diritto.
Ultima fermata. Trasferita alla Corte d’Appello dell’Aquila, dal 2004 al 2009 ha svolto funzioni giudicanti penali. Dal 2009 è presidente di sezione della stessa Corte d’Appello e dal 2015, con un’altra collega, è stata designata presidente vicario con delega, tra l’altro, per la presidenza del Consiglio Giudiziario, i rapporti per le valutazioni di professionalità e conferme dei magistrati della Corte e dei magistrati dirigenti del distretto; esposti, rapporti, procedure e provvedimenti in materia disciplinare nei confronti di magistrati, togati e onorari. Nei sei anni di presidenza della sezione da parte di Francabandera, la pendenza dei procedimenti è costantemente scesa (ad eccezione del 2010 a causa degli immediati riflessi negativi del sisma): da 9.796 fascicoli pendenti si è scesi al dato attuale di 4.493, con una diminuzione che supera il 50%.

©RIPRODUZIONE RISERVATA