L'AQUILACittadinanza negata, dieci sindaci stanno con Bertolaso

Contromossa dopo il no dell’Aquila alla cittadinanza: "Simbolo di efficienza e capacità". Per ora nessun commento dal diretto interessato

L’AQUILA. Non sarà, almeno per ora, cittadino onorario dell’Aquila. Ma, da ieri, ha le chiavi simboliche di 10 Comuni dove sorgono casette provvisorie, i sindaci sono contenti del suo operato e l’aspettano a braccia aperte. Il caso-Bertolaso fa discutere. Il diretto interessato tace.

DIECI VOLTE GRAZIE.
Fonti di Protezione civile fanno capire che Bertolaso non ha chiesto nulla e non aveva alcuna aspettativa. Da una parte il sindaco Massimo Cialente cerca una via d’uscita all’«imbarazzo» per quella commissione che ha sbattuto la porta in faccia al capo della Protezione civile. Dall’altra i sindaci di 10 Comuni, capeggiati da Pierluigi Biondi (Pdl) di Villa Sant’Angelo, che gli dicono grazie. Barisciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Tione degli Abruzzi e Villa Sant’Angelo «si stringono intorno alla Protezione civile e al suo capo con un’iniziativa congiunta che vedrà coinvolti i rispettivi consigli comunali nei quali verrà proposto un ordine del giorno col quale si esprimerà profonda riconoscenza e gratitudine nei confronti dell’intero sistema della Protezione civile e di Bertolaso per come hanno interpretato la gestione della prima emergenza. Un modo per ribadire la fiducia istituzionale e la vicinanza morale nei riguardi delle donne e degli uomini che si sono presi cura delle nostre popolazioni, con le quali alcuni hanno stretto rapporti di amicizia che, a distanza di 6 mesi dalla chiusura delle tendopoli e a 2 dal passaggio di consegne, vengono costantemente rinnovati». Dai sindaci «piena solidarietà a colui che rappresenta quest’esempio positivo di efficienza e capacità orgoglio dell’intera Nazione e cioè il sottosegretario Guido Bertolaso».

«INCOERENTI».
L’atteggiamento degli amministratori locali sulla vicenda è stato «incoerente». Lo sostiene il vicepresidente vicario del consiglio regionale Giorgio De Matteis (Mpa). «Non sono mai stato tenero con il sottosegretario Bertolaso, non ho mai tralasciato di pungolare e sollecitare il capo della Protezione civile, nella convinzione che gli elettori mi avessero dato anche un mandato di verifica. Proprio per questo oggi mi sento ancora più vicino a quella moltitudine di cittadini silenziosi e dolenti che hanno sfilato per la città ferita la notte del 5 aprile scorso, di quei cittadini che sanno riconoscere il valore dell’azione dei vigili del fuoco, della Protezione civile, dello stesso governo, dei tanti volontari. È nei loro confronti che sento il dovere morale di parlare di comportamento censurabile degli sparuti contestatori al consiglio comunale in occasione dell’anno dal terremoto, ma ancor più di atteggiamento incoerente rispetto alla vicenda Bertolaso. Si tratta di rappresentanti delle istituzioni, di uomini politici, di una classe dirigente che invece di anteporre i propri convincimenti personali e ideologici dovrebbe saper interpretare i sentimenti dei cittadini che rappresentano».

«GIUSTA RISPOSTA».
Fabio Pelini ed Enrico Perilli (Rifondazione) accolgono «con soddisfazione il pesante parere negativo espresso dalla commissione. È l’unica risposta contro l’arroganza con la quale Bertolaso si è sempre rivolto al consiglio comunale, come nel triste episodio della richiesta di trasparenza sugli alloggi Case».

LA COMMISSIONE. Per Roberto Tinari (centrodestra) «c’è da vergognarsi: serve un atto riparatorio». Giuseppe Bernardi (centrosinistra) parla di «delibera ad personam portata avanti a testa bassa per accaparrarsi la simpatia e qualche voto».