L'industria dell'auto spinge l'export

Istat: incremento del 17% in Abruzzo, in provincia di Chieti l'aumento è del 19,8%

PESCARA. Cresce l'export dell'Abruzzo nel terzo trimestre del 2011, con in primo piano ancora la provincia di Chieti dove è localizzata l'industria dell'auto con Sevel e Honda e il loro indotto. Nei primi nove mesi dell'anno è stato del 17% il contributo dell'Abruzzo alla variazione delle esportazioni italiane.

A questa cifra le aziende della provincia di Chieti hanno contribuito con un + 19,8% per cento. Il raffronto è con l'analogo periodo del 2010. Le cifre sono quelle del rapporto Istat diffuso ieri. Rispetto al secondo trimestre 2011 sia il dato complessivo regionale che quello relativo alla provincia di Chieti sono in contrazione, come del resto quello nazionale.

Infatti, nel secondo trimestre di quest'anno, il contributo dell'Abruzzo alla variazione delle esportazioni italiane era stato pari a +23,2, mentre quello della provincia di Chieti aveva fatto segnare un +23,8.

Mentre nel primo trimestre del 2011 le esportazioni erano cresciute del 21,9%, una performance superiore alla media nazionale e a quella di regioni come la Lombardia e il Piemonte. In termini di valore assoluto nei primi nove mesi dell'anno le imprese abruzzesi hanno esportato per 5,4 miliardi di euro, contro i 4,6 dello stesso periodo del 2010.

La crescita - seppure rallentata nel terzo trimestre di quest'anno - dell'export abruzzese conferma una tendenza che era stata marcata già nel 2010. Stando al rapporto annuale del Cresa sull'andamento dell'economia, nel 2010 il commercio internazionale era cresciuto in Abruzzo più della media nazionale.

Le esportazioni avevano superato i 6.274 milioni di euro (+20,0% rispetto all anno precedente), mentre le importazioni avevano raggiunto il valore di 3.800 milioni di euro (+32,7% rispetto al 2009); la bilancia commerciale regionale, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, fa quindi registrare un attivo di 2.474 milioni di euro.

Gli ultimi del Cresa - diffusi la settimana scorsa - evidenziavano, rispetto al terzo trimestre diq uest'anno, un rallentamento della crescita su base annua e una flessione su base trimestrale. Rispetto al terzo trimestre del 2010, stando al Cresa, decelera l'incremento dei livelli di produzione (+2,5%) e fatturato (+6,2%). Scendono il portafoglio ordini interni (-0,7%) e l occupazione (-0,8%). Mentre sempre positivi restano i dati relativi all'estero. L'export, secondo il Cresa, cresce dell'11,6% e gli ordini del 9%.

Dal punto di vista dei settori di produzione, fanno registrare decrementi diffusi quello del legno e mobili, quello metalmeccanico, quello per le lavorazioni di minerali non metalliferi e quello chimico-farmaceutico. L'elettromeccanico e i mezzi di trasporto segnano variazioni congiunturali negative e tendenziali positive, l'alimentare e il tessile mostrano una discreta capacità di tenuta. Sempre secondo il Cresa, a livello territoriale, Chieti fa registrare elevati incrementi su base annua e diffuse contrazioni su base trimestrale.

Tornando ai dati diffusi ieri dall'Istat, il quadro complessivo del Paese nel terzo trimestre 2011 è positivo. In tutte le ripartizioni territoriali dell'Italia le esportazioni sono in crescita.
Particolarmente positivo è l'andamento registrato dal Centro (+6,7%), seguito dalle regioni nord-occidentali (+3,1%) e nord-orientali (+1,9%). Sostenuta appare la crescita dell'export nel corso dei primi nove mesi (+13,5%) e particolarmente elevato è l'aumento per l'Italia insulare (+16,7%), mentre per le altre aree si registrano tassi di crescita compresi tra il 12,9% al Sud e il 13,7% al Centro.

Tra le regioni che forniscono il maggior contributo alla crescita delle esportazioni nazionali si segnalano l'Emilia-Romagna (+14,3%), la Toscana (+13,9%) e il Lazio (+15,1%).
Elevati incrementi tendenziali si rilevano per Sicilia, Puglia, Liguria e Abruzzo. Sui mercati extra Unione europea forti aumenti delle vendite si registrano per Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Sicilia e Basilicata. Per l'area Ue gli incrementi, di minore intensità, riguardano in particolare Lombardia, Lazio, Abruzzo, Puglia e Umbria. Il più ampio contributo alla crescita delle esportazioni nazionali fornito dalle vendite della Lombardia in Germania. Rilevante, infine, è anche il ruolo delle vendite della Toscana, Lombardia e Piemonte verso la Svizzera. Riduzioni significative delle vendite all'estero, invece, si registrano per il Friuli-Venezia Giulia nel Regno Unito e in Turchia, per la Liguria nel Regno Unito e per la Sardegna nei Paesi Opec e negli Stati Uniti.

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