La Bcc teramana parte da Scerne

Inaugurazione il 13 dicembre con 1.719 soci, a gennaio la prima filiale
TERAMO. Nonostante la crisi, nonostante i colpi di commissariamento che hanno messo in ginocchio le casse di risparmio abruzzesi (con l’epilogo del crac nel caso della teramana Tercas) c’è chi non perde voglia di fare banca e rilancia progetti. Una vitalità diversa, almeno secondo i promotori, si intravede nella formula del credito cooperativo come quello della nuova Banca del Vomano che si inaugura il 13 dicembre e che il 12 gennaio apre la sua prima filiale in una sede individuata a Scerne di Pineto.
Un progetto partito nel 2009 dal comitato promotore guidato dall’onorevole di Scelta Civica Giulio Sottanelli, e andato in porto solo ad aprile 2014 con il via libera di Bankitalia. Un percorso lungo poiché la prima raccolta di capitale sociale si chiuse nel 2011 a 4,3 milioni di euro ma una successiva modifica della normativa per le banche cooperative rese necessario un aumento di capitale portato a oltre 5 milioni di euro nel 2013. A sposare il progetto sono stati 1719 soci tra imprese e persone fisiche, una compagine sociale che dovrà ampliarsi di ulteriori 700 soci nel primo triennio di attività come previsto nel piano industriale che subito dopo Pineto prevede anche una filiale a Montorio.
Il “segreto” di questo progetto, secondo il presidente Sottanelli, sta nella forza della rete del credito cooperativo che in Italia ha costruito una holding con 400 banche aderenti, un segreto che consiste «nella capacità di essere grandi e piccoli al tempo stesso». Che significa? «Significa che in termini di costi si possono applicare grandi economia di scala poiché molti servizi sono condivisi all’interno della holding e quindi abbiamo la forza di una grande banca grazie ai risparmi che ci derivano dalla condivisione di sistemi informativi, compliance e audit che ci consentono di abbattere costi significativi», spiega Sottanelli. «Ma significa anche che abbiamo dalla nostra parte i vantaggi della piccola banca locale che è a stretto contatto con il suo territorio di riferimento, conosce i bisogni, gli interlocutori, riesce a modularne le risposte di volta in volta».
Questo, secondo Sottanelli, incarna un vero e proprio concetto di federalismo economico applicato alla finanza in cui tutta la ricchezza raccolta sul territorio viene redistribuita sul territorio stesso. Non è velata la stoccata ai grandi gruppi che fanno utili in Abruzzo ma hanno azionisti altrove. «Noi per statuto siamo tenuti ad accantonare il 70% degli utili nel consolidamento del patrimonio», spiega ancora «e siamo obbligati a restituire il 30% al territorio negli ambiti del sociale, dell’ambiente e della cultura. Nel caso di Banca del Vomano punteremo sul sociale. Una impostazione lontana anche dalle logiche dei dividendi tra soci a cui invece preferiamo la formula di vantaggi e privilegi che concederemo ai soci nell’ambito dei servizi bancari ed extra bancari». Per Sottanelli i margini per scommettere ci sono tutti. «Le peculiarità delle Bcc fondate sul legame col territorio è fondamentale, perché consente a un istituto di credito di arginare i suoi rischi».
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