CUCINA

La chitarra per i maccheroni: origine, storia e ricette oggi in regalo con il Centro/ VIDEO

Compare per la prima volta in un atto del 1833 del notaio Filippo Turchi, di Gessopalena, in cui è citata “una chitarra per far maccaroni”. Oggi è una presenza costante nelle cucine degli abruzzesi

La chitarra per maccheroni è stata nei due secoli precedenti una presenza costante nelle cucine degli abruzzesi. Lo è anche oggi in molte cucine, anche se spesso con funzione decorativa. Ma sarebbe sbagliato considerare questa macchina casalinga per fare maccheroni (un telaio in ciliegio o acero montato con fili d’ottone e poi d’acciaio sul modello di quello usato per essiccare la pasta), un oggetto tramontato. La sua funzionalità e il fascino artigianale restano intatti anche oggi in tempi di robot casalinghi.


Lo si capisce scorrendo le 64 pagine del libro che oggi 30 aprile è allegato gratuitamente con il Centro: “L’origine della chitarra per fare maccheroni”, che contiene in appendice una raccolta di ricette tradizionali. Il libro, che si deve alla penna sapiente del professor Franco Cercone e all’iniziativa dell’editore di Menabò Gaetano Basti, che ha dato la possibilità al Centro di far conoscere quest’opera ai suoi lettori, è forse il testo più completo dedicato a questa affascinante macchina da cucina, legata alla tradizione culinaria abruzzese, alla sua iconografia e alla storia dell’economia pastorale di cui il tratturo è immagine simbolo.

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La cucina della tradizione abruzzese in regalo con Il Centro
La raccolta di ricette in un libro a cura con testi del professor Franco Cercone in collaborazione con l’editrice Menabò

Si tratta di un viaggio affascinante nella tradizione della pasta, nella storia della tecnologia legata alla fabbricazione dell’alimento, nelle declinazioni locali di queste tecniche. Quanto al termine, Cercone documenta che «compare la prima volta il 12 dicembre 1833 in un atto del notaio Filippo Turchi, di Gessopalena, in cui è citata testualmente: “una chitarra per far maccaroni”». L’oggetto si diffonde subito «ovunque fino a diventare il simbolo del nostro Abruzzo». A questa diffusione, spiega Cercone, «deve aver contribuito, specie dopo l’Unità d’Italia, sia il prezzo modico dell’attrezzo, venduto in tutte le sagre e fiere della Regione, sia il suo facile trasporto, oltre alla maggior resistenza delle corde d’acciaio rispetto a quelle d’ottone». Il libro si conclude, come detto, con una ricca appendice di ricette dei soci della cantina Codice Citra, proposte in occasione del Concorso Miglior Socio Cuoco I Edizione, 2015. Potete provarle fabbricando la pasta direttamente alla chitarra, o su una macchina più moderna. Ma anche comprandola già fatta. Decidete voi.