La Corte dei Conti: corruzione «male endemico»

18 Febbraio 2017

Il malaffare pesa di due-tre punti sul Pil. In Abruzzo boom di illeciti nella percezione dei contributi per la ricostruzione

L’AQUILA. La corruzione è ancora «un male endemico, un cancro della buona amministrazione», che potrebbe pesare anche due-tre punti di Pil. E l’Abruzzo, non fa eccezione. «Ci vorrebbero leggi più chiare», ha detto il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per l’Abruzzo, Tommaso Miele, che ieri ha inaugurato il nuovo anno giudiziario. Tra le numerose autorità presenti alla cerimonia, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, in prima fila tra gli invitati, indagato assieme ad altre 12 persone su appalti pubblici. In apertura, un pensiero è stato rivolto alle vittime di tutte le catastrofi che hanno segnato di recente la Regione. Per battere la corruzione, secondo il magistrato, ci vorrebbero «maggiore trasparenza, lo snellimento delle procedure, una maggiore liberalizzazione, perché laddove si crea un potere in capo a un funzionario, sicuramente si è creata un’occasione di corruzione». Qualche tempo fa, ricorda il presidente Miele, il costo della corruzione sul sistema Italia fu stimato in maniera molto presuntiva in 60 miliardi l’anno. «Sessanta miliardi pesano, eccome, sul Pil del nostro Paese, perché non è solo il costo del danno diretto da considerare, ma c’è tutto un indotto di mancati investimenti, per esempio da parte di imprenditori stranieri, come dire una sorta di lucro cessante sullo sviluppo dell’economia, una zavorra che pesa sulla buona amministrazione sull’andamento di lavori e opere pubbliche». La quantificazione esatta del peso della corruzione, spiega il magistrato, non è possibile. «Io credo», osserva, «che la corruzione pesi due-tre punti di Pil, al di là della quantificazione molto aleatoria, anche se un calcolo esatto non è mai stato fatto. Quando uscirono questi dati, tra l’altro, molto si discusse sull’attendibilità della fonte». In Abruzzo, comunque, i casi che arrivano all’attenzione della sezione sono in linea con la casistica nazionale, ma l’Abruzzo ha una sua particolarità. «Qui», ha aggiunto Miele, «abbiamo la particolarità dell’indebita percezione di finanziamenti della ricostruzione post terremoto. Questo aspetto, sicuramente caratterizza l’Abruzzo rispetto ad altre regioni». Le altre fattispecie più ricorrenti sono legate, ancora, al vecchio “vizio” della concessione di incarichi esterni in seno alla pubblica amministrazione, a irregolarità nella concessione di agevolazioni finanziarie da parte delle pubbliche amministrazioni, l’illegittima erogazioni di fondi europei. «Dobbiamo dire», ha aggiunto Miele, «che per fortuna anche la giurisprudenza delle sezioni unite della Cassazione ha riconosciuto la giurisdizione della Corte anche per gli imprenditori che percepiscono indennizzi e finanziamenti europei, regionali o statali». Complessivamente, nel corso del 2016, la sezione giurisdizionale ha discusso 89 giudizi, nonostante le carenze di organico più volte sottolineate nel corso della cerimonia. I giudizi pendenti sono 135. I giudizi di responsabilità discussi al 31 dicembre erano 46; di questi, 8 si sono conclusi con una sentenza di assoluzione, 24 di condanna e altri 14 con una sentenza mista. Nel corso del 2016 sono stati 86 i giudizi pervenuti. Per quanto riguarda la materia pensionistica, i giudizi pendenti sono 82, a fronte di 42 definiti e 99 discussi.

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