La difesa contrattacca: niente soldi e nessun festino

L’avvocato Dinacci parla di ricostruzioni fantasiose e presenta ricorso al tribunale del riesame

FIRENZE. Nessun festino, nessun massaggio che non fosse solo, e esclusivamente, un massaggio, nessun rapporto sessuale con la brasiliana Monica. E, soprattutto, nessuna corruzione. L’avvocato Filippo Dinacci, difensore del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, parla di indagini difensive e prove con cui intende smontare l’accusa della procura di Firenze. Secondo i magistrati toscani, il capo della protezione civile avrebbe favorito un imprenditore, Diego Anemone (uno dei quattro arrestati) nell’assegnazione degli appalti per il G8 della Maddalena, in cambio anche dell’organizzazione di festini, massaggi particolari e incontri sessuali alSalaria sport village.

«Si tratta di fantasiose ricostruzioni», spiega l’avvocato Dinacci, che parla sia dei riferimenti hard a Francesca (la massaggiatrice citata nell’ordinanza della Procura fiorentina), sia del rapporto sessuale che Bertolaso avrebbe avuto con la brasiliana Monica che, secondo gli investigatori, venne fatta arrivare appositamente al Salaria village, su indicazione di Anemone, dall’ex soubrette Regina Profeta, che nega tutto. Per la procura, gli appuntamenti galanti confermerebbero il rapporto «di collusione» fra Bertolaso e Anemone. Una ricostruzione definita dal legale di Bertolaso «insussistente». Un primo confronto fra la versione della procura e quella della difesa ci sarà a breve, in un’aula giudiziaria, a Firenze.

Il legale di Bertolaso ha infatti presentato ricorso al tribunale del riesame contro il sequestro di documenti avvenuto durante la perquisizione di mercoledì negli uffici e nell’abitazione del capo della protezione civile. L’udienza dovrebbe tenersi fra una decina di giorni. Per la difesa, il ricorso al riesame è forse anche un modo per far venire allo scoperto la procura, che dovrà depositare gli atti che stanno alla base del provvedimento, che l’indagato non conosce. Secondo il legale di Bertolaso, con le attività investigative della difesa sono state «acquisite prove che dimostrano come i massaggi di cui ha fruito Bertolaso, siano effettivi e necessitati da una sindrome cervicale accompagnata da contratture vertebrali». Massaggi, quelli di Francesca, «eseguiti da un soggetto munito di specifici diplomi rilasciati a seguito di esame da strutture riconosciute da enti istituzionali».

Stessa linea su Monica: «Le indagini difensive dimostreranno l’assoluta insussistenza di questa ipotetica relazione. Porteremo anche le prove». Le difese, intanto, stanno cercando anche di orientarsi fra scadenze e competenze, un po’ fiorentine, un po’ perugine, forse un po’ romane. I magistrati dei vari uffici giudiziari coinvolti dovranno ora decidere se e come dividere i vari tronconi dell’inchiesta, stabilendo in particolare se Perugia dovrà tenere solo quello che coinvolge il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro o l’intero fascicolo. Insomma, un vero intrico, anche da un punto di vista processuale.