La Forestale rimuove le scritte rosse sul Gran Sasso

Gli uomini del corpo dello Stato individuano e cancello le tre scritte impresse sulla montagna dal gruppo di escursionisti campani che si scusano: "Gesto ingiustificabile di un singolo sfuggito al controllo"

TERAMO. I "marchi" impressi sul Gran Sasso dal gruppo di escursionisti campani del Somma Trekking sono stati rimossi. Gli uomini del corpo Forestale dello Stato hanno individuato tre scritte durante un sopralluogo. Dopo aver raccolto la documentazione necessaria per la denuncia all'autorità giudiziaria, hanno cominciato la cancellazione manuale delle scritte con le dovute accortezze richieste dalla delicatezza dei luoghi e dal particolare pregio ambientale e di protezione in cui l’area ricade. Il danno, anzi lo sfregio degli escursionisti di Somma Vesuviana sul Gran Sasso sarà dunque cancellato, ma la vicenda non si chiude qui nonostante il gruppo trekking abbia presentato le scuse: «Purtroppo è stato un terribile gesto perpetrato da un singolo partecipante che è sfuggito al controllo e all’attenzione del gruppo».

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Le scritte, che ritraggono il profilo di due montagne e riportano le parole “Somma Trekking”, sono state realizzate con vernice di colore rosso e con il probabile ausilio di uno stencil. I forestali del coordinamento territoriale per l’ambiente, che effettuano la vigilanza nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga di Assergi, hanno individuato le scritte in prossimità di “Sella del Brecciaio”, “Bivio per Rifugio Garibaldi”, “Brecciaio di Corno Grande”, tutte località in Provincia di Teramo ed hanno informato l’autorità giudiziaria. Hanno poi cominciato la rimozione dei marchi necessaria anche per non generare incertezze nei tanti fruitori della montagna che si avvalgono della rete escursionistica del Cai, caratterizzata da specifica numerazione e segnaletica, per conoscere il Gran Sasso d’Italia.

La vicenda ha scatenato una polemica diventata virale sui social network con centinaia di messaggi su Facebook. La bacheca del Somma Trekking è stata inondata di insulti e richieste di scuse. In tanti hanno chiesto spiegazioni, con una sollecitazione unanime: far sparire al più presto l’obbrobrio. Nel giro di poche ore, la pagina è diventata inaccessibile ai non iscritti, chiusa dagli stessi amministratori. Ma la protesta vibrante è continuata sui social network, attraverso un tam-tam mediatico, ancora in corso.

Alla fine sono arrivate le scuse del gruppo: «Non è stata una semplice leggerezza e non c’è alcuna giustificazione. E’ un atto gravissimo che denota, in chi l’ha compiuto, la mancanza di una profonda cultura del rispetto dell’ambiente. In quanto portavoce del gruppo chiedo scusa a nome di tutti per l’accaduto; stiamo provvedendo a chiedere scusa alle autorità del Parco del Gran Sasso e a tutta la comunità, ed è nostra la richiesta di impegnarci nella pulizia».

Scuse accettate dai responsbili del Rifugio Francetti che per rimi hanno denunciato lo sfregio alla montagna: «Da un errore qualcosa di buono può venire: magari maggiore attenzione e rispetto per il bene comune, magari una giornata di pulizia delle nostre montagne», si legge su Facebook.Credo che il diavolo non sempre sia così brutto come lo immaginiamo...».