La malattia dei detenuti? Il sovraffollamento

Da Pescara a Vasto a Castrogno tanti episodi di disagio.

PESCARA. Sono diversi gli episodi di violenza o di disagio per il sovraffollamento registrati nelle carceri abruzzesi nelle scorse settimane. L’episodio più recente è il Natale di protesta della polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale di Torre Sinello. Gli agenti hanno rifiutato il servizio mensa e in una nota inviata al direttore dell’istituto, Carlo Brunetti e al provveditore d’Abruzzo e Molise, Salvatore Acerra hanno spiegato che «la situazione non è più sostenibile» per il «sovraffollamento del penitenziario». A soli due anni dall’indulto, nel carcere vastese meno di cento agenti devono occuparsi di 257 detenuti, il 40% dei quali di origine straniera.
A novembre i detenuti del carcere San Donato di Pescara hanno protestato contro il sovraffollamento della struttura e, per attirare l’attenzione all’esterno hanno battuto oggetti contro le inferriate. Altri hanno bruciato stracci.

L’episodio più grave nelle carceri abruzzesi è comunque quelle registrato al carcere di Castrogno a Teramo. Il 29 ottobre la Procura della Repubblica di Teramo ha aperto un fascicolo d’indagine sul caso del presunto pestaggio di un detenuto rinchiuso nel carcere di Castrogno, da parte di agenti di polizia penitenziaria, disponendo anche l’acquisizione dei supporti magnetici su cui sarebbe stato registrato il colloquio tra alcuni agenti che raccontavano l’episodio, verificatosi alla presenza di altri detenuti. In seguito all’inchiesta il ministro di Giustizia Angelino Alfano aveva sospeso dal servizio, in via cautelativa, il comandante della guardie penitenziarie del carcere di Castrogno.

Un altro episodio accade il 18 dicembre sempre a Castrogno, dove muore il nigeriano Uzoma Emeka, che avrebbe assistito al pestaggio su cui indaga la Procura. L’autopsia svelerà che il detenuto è morto a causa di un tumore cerebrale, ma le proteste non si placano. Nel corso di una una visita al carcere teramano la deputata dei Radicali Rita Bernardini evidenzia che Castrogno è «un carcere senza direttore, dove sono stipati 400 detenuti in spazi che potrebbero contenerne 230, dove gli agenti in servizio sono solo 155 a fronte di una pianta organica che ne prevede 203».